Muovendo le sue scartoffie, blocca un gasdotto internazionale e liquida la siderurgia italiana

Con Emiliano si tocca il fondo.Gli fa da sponda Boccia, già pupillo di Enrico Letta

 di Domenico Cacopardo 22.12.2017  www.italiaoggi.it

Il partito degli irresponsabili continua a imperversare. In particolare, in Puglia, la regione in mano al loro capo, Michele Emiliano, votato a interpretare il ruolo del difensore del localismo cieco e sordo, a testimonianza di una cultura impermeabile agli interessi della collettività nazionale.

Una concezione di «supremazia infusa» tipica di chi svolge il mestiere di magistrato come fosse un'investitura celeste, di cui il magistrato medesimo è interprete assoluto, una sorta di divinità pagana capace di incenerire avversari e sodali non incollati alla sua figura.

Fra l'altro, in questi giorni è diventata eclatante l'iscrizione al partito dell'irresponsabilità di Francesco Boccia, già seguace del morbido Enrico Letta, poi seguace, appunto, di Emiliano e ora vindice dello stesso mediante la decisione adottata come presidente della V Commissione (Bilancio, Tesoro ecc.) della camera dei deputati di dichiarare inammissibile un emendamento governativo che rendeva automatico l'arresto per coloro che con violenza tentano di ostacolare i lavori della Tap (o, in Piemonte, dell'Alta velocità Torino-Lione).

Una norma catenaccio per far cessare l'indulgenza di coloro che sono deputati a perseguire i reati dei Notav, Notap e altri antagonisti pronti a menar le mani, ad aggredire i poliziotti e a far saltare i cantieri. A ulteriore testimonianza di un approccio all'attuazione della legge (da parte degli organi competenti) che non tiene in alcun conto l'interesse collettivo o nazionale che dir si voglia. Se non avessimo in mente il vergognoso atteggiamento della regione Puglia di Emiliano sul delicato tema «Xylella»: cercò di impedire (nonostante le evidenze della comunità scientifica) gli abbattimenti delle piante ospitanti il batterio, ordinati dall'Unione europea (e quindi vellicare la pancia a una minoranza di contrari).

E, poi l'opposizione al Tap, il grande gasdotto che collega l'Azerbaigian all'Italia e costituisce una via alternativa alla rete del Nord (quella incappata nell'incidente austriaco che rischia di metterci a secco nella stagione più delicata). Anche qui, un'opera internazionale, vincolata da trattati e da contratti, viene contrastata dal governatore (absit iniuria verbis) della Puglia in nome di una presunta scelta ecologica di tutela del territorio di Melendugno nonostante la presenza di tutti i necessari visti ambientali e di una decisione della Corte costituzionale che ha bocciato il ricorso di Emiliano.

E ora la sublimazione. Una rischiosa sublimazione per l'Italia che rischia di uscire dalla siderurgia e per la Puglia che rischia la perdita di 11 mila lavoratori diretti (più gli indiretti) tarantini, in nome della guerra al proprietario internazionale, scelto dopo regolare procedura concorsuale, e al governo che ha adottato il provvedimento di approvazione del programma di risanamento e di rilancio dell'impresa.

Una sublimazione il cui strumento è il ricorso al Tar in modo che attraverso una sospensione della procedura (che è quasi certa, visto che non fermando il procedimento, si avrebbero i primi effetti irreversibili, anche risanatori) la situazione precipiti sino alla rinuncia degli acquirenti dell'Ilva.

È tollerabile in uno stato democratico aderente all'Unione europea? Certo che non è tollerabile. Per questo e per gli altri mille casi di paralisi dell'amministrazione e dello stato, era stata adottata una riforma costituzionale che avrebbe limato le unghie al localismo demagogico regionale. Anche con il contributo dei vari Emiliano, la riforma non è passata e non solo ci ha ricacciato indietro di trent'anni ma ci ha ricacciato nei limacciosi gorghi della mai abbastanza deprecata riforma Bassanini (2001) che allargò i poteri regionali, conferendo all'istituto (immaginato dai costituenti cattolici) il potere di paralizzare lo stato.

Si sappia bene cosa accade e cosa può accadere in Puglia e di chi è la colpa e, alla fine, quando si faranno i conti e l'insicuro, timido Renzi avrà inastato la bandiera bianca dando vita a una nuova fase politica del centrosinistra, quali responsabilità gravano sui noti irresponsabili.

di Domenico Cacopardo.it www.cacopardo.it

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