Grasso a capo di un gruppo che starà all'opposizione

La sua scelta è stata paragonata a quella di altri presidenti di assemblee parlamentari, da Gianfranco Fini a Fausto Bertinotti, ma in realtà è messo peggio dei suoi predecessori

 di Sergio Soave, 13.12.2017 da www.italiaoggi.it

Pietro Grasso si presenta come leader di una coalizione che è costituita da partitini organizzati (cioè dotati di gruppi dirigenti e di organismi, che poi abbiano o no un rapporto organizzato con la base ancora non si sa), che sono il risultato di una serie di scissioni a sinistra. Grasso, invece, non ha un partito e nemmeno un gruppo dirigente legato a lui. Questo lo mette in una posizione «presidenziale» ma non operativa, può «regnare» sul suo piccolo reame ma non è in grado di governarlo.

La sua scelta è stata paragonata a quella di altri presidenti di assemblee parlamentari, da Gianfranco Fini a Fausto Bertinotti, ma in realtà è messo peggio dei suoi predecessori, che almeno avevano guidato una formazione politica di un certo rilievo che aveva rotto con un alleato predominante. Qual è dunque la funzione che l'ex magistrato può esercitare? La speranza dei suoi sostenitori è che la sua immagine super partes permetta di togliere alla formazione di sinistra il carattere scissionista troppo marcato, anche in vista di alleanze possibili dopo il voto con un Pd ridimensionato in cui il ruolo di Matteo Renzi sarebbe depotenziato a vantaggio di Paolo Gentiloni.

Si tratta però di una scommessa sottoposta a troppe condizioni, la prima delle quali è un relativo successo della lista di sinistra, che per ora non viene certificata dai sondaggi. In realtà la lista Grasso può far perdere molti seggi nel maggioritario al Pd, ma non sembra in grado di diventare l'ago della bilancia di una nuova coalizione di governo, né in alleanza con il Pd né con i 5 stelle.

Però, se la sinistra nella prossima legislatura fosse relegata all'opposizione, la carta Grasso, contrapposta a un Renzi sconfitto o magari costretto a dare spazio a un governo moderato, potrebbe funzionare come alternativa. Massimo D'Alema, a quel che pare leggendo le sue dichiarazioni sulfuree, dà per scontata la sconfitta della sinistra, ne attribuisce la responsabilità a Renzi e pensa che solo con una fase di opposizione si possa rigenerare.

Grasso, in questo senso, è perfettamente funzionale al suo schema, quindi non avrà difficoltà a «guidare» la formazione perché saranno i fatti a indurlo ad agire all'interno dello schema dalemiano. In fondo l'obiettivo prevalente e unificante è quello di far naufragare il Pd a guida renziana, e per questo non servono complesse opzioni strategiche. Una formazione che non deve fare politica, almeno nel senso della costruzione di prospettive di governo, può benissimo essere guidata da un impolitico, e per questo Grasso è proprio l'uomo giusto al posto giusto.

© Riproduzione riservata

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata