Boldrini e Grasso muti contro lo squadrismo
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Come Laura (e Grasso) non s'è preoccupata di difendere i deputati al parlamento da quella che è stata, una vera e propria intimidazione nei loro confronti, messa in atto da alcuni caporioni del movimento metafascista denominato 5Stelle,
di Domenico Cacopardo, 19.10.2017 da www.italiaoggi.it
Come Laura Boldrini non s'è preoccupata di difendere i deputati al parlamento da quella che è stata, nonostante l'esiguità dei manifestanti, una vera e propria intimidazione nei loro confronti, messa in atto da alcuni caporioni del movimento metafascista denominato 5Stelle, così Pietro Grasso, presidente del senato, dovrebbe essere colpito nella sua acuta sensibilità, quella che lo spinge a presenziare a ogni manifestazione umanitaria o paraumanitaria, dalla ipotizzata presenza vociante e minacciante degli stessi gerarchetti di fronte a palazzo Madama. Il caso vuole che entrambi siano finiti negli scranni più alti delle camere per opera di Pier Luigi Bersani, manovratore, nel 2013, della vicenda politica nazionale. Almeno sono al termine di mandati esercitati in modo, per molti, insoddisfacente.
Ciò che rimane in piedi, di questi giorni caldi per l'iter di approvazione di una legge elettorale (che è sì discutibile e contestabile, ma nei modi consentiti dalla Costituzione e dalle leggi), è lo squadrismo di ritorno di una parte della comunità nazionale, quella di cui si dichiara interprete il movimento di Beppe Grillo (con la collaborazione quasi paritaria e imprenditoriale del giovane Davide Casaleggio). Questo squadrismo, verbale, ma talora no (vedi il caso di Vittorio Di Battista), deve essere contrastato con ogni mezzo, sia per ciò che ha prodotto di tragico in passato, sia perché ha inquinato e inquina il normale svolgimento della vita politica e istituzionale del paese.
I «diversamente conoscenti» Di Maio e, collega e forse suo concorrente, Alessandro Di Battista (una specie di Carlo Scorza dei tempi nostri) impugnano quotidianamente la clava di un'oratoria da «Curva Sud» (quella ben nota al primo dei due per la frequentazione, da steward, dello stadio San Paolo di Napoli) per crocifiggere gli altri in nome di un moralismo, già codificato, la cui specialità è quella di non perdonare agli altri ciò che si perdona a se stessi.
Ciò non toglie che, nella difesa puntuale della libertà anche dei metafascisti, lo Stato di diritto deve porre paletti invalicabili da chiunque.
La libertà di esercizio della funzione parlamentare deve rimanere imprescindibile presidio democratico.
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