Supernova.Polvere di Cinque stelle 2

Dalla scalata di Di Maio al francescanesimo che non c’è. Litigi, cattiverie, insoddisfazioni. L’altra storia del

di Redazione 8 Settembre 2017 alle 06:09  da www.ilfoglio.it

Come Virginia Raggi sia riuscita a conquistare spazio e consenso nel M5s è un mistero. Ce lo spiegano gli autori di “Supernova”.

“Uno dei primi atti di Marino sarà quello di coinvolgere nella sua giunta proprio i consiglieri M5s e per questioni di immagine propone che sia Virginia Raggi il volto di questa operazione: in quella risicata pattuglia – appena quattro – si apre il dibattito, accettare o meno l’offerta? La questione viene chiusa dal Blog, con un post molto violento di Grillo e Casaleggio. Sarà l’ultimo momento di notorietà per la Raggi fino al 2015. E’ nell’autunno di quell’anno che l’ex assistente di uno degli studi legali più importanti di Roma riceve una telefonata. In quei due anni e mezzo Virginia è sparita mediaticamente e dal punto di vista dell’attività di consigliere viene coperta dall’attivismo di Frongia e De Vito. ‘Abbiamo pensato a te per la candidatura a sindaco di Roma. Te la senti?’. La voce è quella di Gianroberto Casaleggio e quella è un’investitura, chiara, netta. Non è l’unica mossa però: perché per creare la candidatura di Raggi e poi lavorare su quell’illustre sconosciuta, bisogna sgomberare il campo, metterla in condizione di non avere rivali interni. La logica vorrebbe che possa essere Frongia il candidato con più possibilità di essere scelto dagli attivisti.E quindi Frongia deve essere convinto.Solito metodo quindi, la linea telefonica, altro che voto dei cittadini. Ma stavolta a chiamare è Davide Casaleggio che da tempo conosce Frongia con cui condivide la passione degli scacchi. Frongia non può tirarsi indietro dalle Comunarie ma l’accordo è siglato, Virginia sindaco e Daniele suo vice.E’ la democrazia diretta. Nel senso che è diretta da Milano”.

Al M5s piace la gogna pubblica, soprattutto su internet, come dimostra il caso del post su Facebook su Laura Boldrini.

“ Il video di un attivista pubblicato in Rete era esilarante: un ragazzo al volante con accanto un cartonato raffigurante la presidente della Camera a cui venivano poste domande, ragionamenti, proposte. Tutto qui, tutto molto lieve. E invece la Casaleggio decise di pigiare sull’acceleratore dell’odio becero titolando sulle pagine del Blog il video in questo modo: ‘Cosa fareste in auto con la Boldrini?’. Il web tirò fuori il peggio, tutto il peggio. E uno dei responsabili della comunicazione di fronte a quelli che la presidente della Camera definì ‘stupratori del web’ rispose così, ‘tranquilla Laura che tu non corri nessun rischio’. Da qui il sentimento di frustrazione, imbarazzo, vergogna. E la mia domanda retorica a Gianroberto pochi giorni dopo l’accaduto. ‘Vuol dire che mi assumerai qui da te all’ufficio comunicazione” rispose, provando a stemperare la tensione con una battuta. Roberto, questa cosa non deve più accadere. Fare satira è una cosa, aizzare i buzzurri della Rete è un’altra. Il MoVimento cerca competenze, non ’sta robaccia...’. ‘Delle conseguenze non ti preoccupare. Ma noi dobbiamo imparare a canalizzare il sentiment della Rete e usarlo. Oggi abbiamo sbagliato ma il risultato che ne è venuto fuori ci dice che la Rete è dalla nostra parte. E’ la Rete che decide la reputazione delle persone. Per il futuro dobbiamo essere in grado di canalizzare questo sentiment senza apparire direttamente, governandolo’”..

Viene spesso da chiedersi come Di Maio sia riuscito a diventare il quasi candidato premier. Dal 2013 a oggi, l’ex webmaster di Pomigliano d’Arco ne ha fatta di strada. Ecco come ha fatto.

“Prende corpo nel gruppo una strategia precisa: quella di trasferire a Roma il baricentro dell’azione. A mettere in campo questa strategia è Luigi Di Maio e un piccolo gruppo a lui legato. Il primo step è influenzare Casaleggio, convincerlo, anche a causa delle sue pessime condizioni di salute, che bisogna delegare. ‘Gianroberto’ racconta l’insider ‘prende a comunicare solo con Di Maio, in quanto stanco di essere continuamente tirato per la giacchetta. Dunque qualunque informazione viene filtrata da lui o altri del direttorio. Non parla più con molti deputati, ma soprattutto, cosa molto grave, non parla con i deputati che ricoprono ruoli per statuto: capogruppo, vice-capogruppo, presidente, tesoriere. Questa situazione crea non pochi problemi soprattutto con presidente e tesoriere che spesso si trovano a dover fare grandi e approfondite riunioni con il direttorio per trovare una soluzione alle richieste deliranti di Milano. Ma quando questi incontri stile CdA aziendale non funzionano, ecco intervenire il Dhl... arrivano le letterine direttamente dai capi fondatori che fanno subito capire chi comanda. Succede per [omissis, il riferimento è a uno dei responsabili comunicazione, nda] e succede per le regole’. Nei Dhl, nelle lettere, nelle “consegne” che arrivano anche tramite il direttorio c’è il luogo del delitto, il quarto piano del palazzo dei gruppi a Montecitorio, e l’arma usata per colpire il MoVimento. Ma quel che è peggio è che tutto si svolge nel silenzio, in un cupo delirio omertoso, come ogni delitto politico che si rispetti. L’insider stila una lista di regole che vanno cambiate. Eccola: ‘Cambio regole: rotazione capigruppo; utilizzo soldi (dei gruppi parlamentari, nda); allentamento dei due mandati’. La prima regola che va cambiata è quella sulla rotazione della carica di capogruppo. L’obiettivo è stringere il flusso informativo e decisionale e non disperderlo ogni volta (tre mesi) che il capogruppo cambia, come da regola voluta da Casaleggio. La seconda è molto delicata. Secondo la fonte riguarderebbe il possibile uso dei fondi del gruppo parlamentare per attività di propaganda e organizzazione di eventi politici, pratica sottoposta alla legge e ai regolamenti parlamentari. Sarebbe l’ennesimo voltafaccia al principio della “politica a costo zero” declamato dai palchi, alla regola francescana secondo la quale i soldi pubblici in eccesso si restituiscono. Nel silenzio però questa regola è diventata sempre meno tassativa, come abbiamo visto. Sull’‘utilizzo’ – così dice l’insider – dei fondi dei gruppi secondo le richieste di Milano non ci sono prove se le richieste siano state esaudite e in che modo. Ma solo un indizio, fortissimo, che ciò possa essere avvenuto. E’ il bilancio del gruppo parlamentare della Camera datato 2016. Che segnala un aumento del 375 per cento per ‘risorse destinate all’approvvigionamento dei servizi’. Una locuzione in cui rientra la comunicazione, l’organizzazione di eventi – che il MoVimento dice di organizzare senza soldi pubblici – e molto altro che però rimane non specificato. La legge permette di non dichiarare questi flussi di denaro, anche se pubblico, e non sapremo mai quali sono i fornitori di servizi e se abbiano avuto rapporti o meno con la casa madre. Rimane agli atti una fattura, sempre uguale, ogni fine mese, tutto l’anno, di 14.640 euro con una causale molto vaga: ‘Consulenza comunicazione web’. ‘Niente soldi pubblici per finanziare attività politica del MoVimento’ diceva Casaleggio senior. Un altro tabù violato? Il terzo punto sarebbe una rivoluzione copernicana per il MoVimento. Chi crede davvero che i neo potenti trentenni vogliano ritornare alle origini, a un 740 uguale a zero? Ora, se questo sia un passo avanti verso il pragmatismo o la rinuncia e il tradimento dei propri ideali più coraggiosi, lo vedremo. Secondo l’insider, il primo atto del direttorio fu intervenire sui MeetUp. [...] Dopo aver ricevuto carta bianca, il direttorio passa all’autopromozione e segna il suo territorio, provando a emarginare pubblicamente Beppe Grillo. L’occasione è l’evento della Notte dell’onestà, il 24 gennaio 2015. ‘La notte dell’onestà diventa il primo evento senza Beppe, completamente gestito da Roma anche per la scaletta e soprattutto i contatti coi famosi (Guzzanti, Mannoia, Fedez ecc). L’evento, internamente, dicono essere stato un successone, ma Beppe fa intuire che non essere stato incluso gli ha lasciato l’amaro in bocca. Il giorno dopo i cinque del direttorio convocano subito una riunioncina per dispensarsi pacche sulle spalle.... e fin da subito risulta evidente la soddisfazione di Di Battista per essere finalmente autonomi e ormai cresciuti rispetto al proprio papà Beppe. Qualcuno all’interno del direttorio storce anche il naso, ricordando che senza papà nessuno di loro sarebbe lì a parlarne. Da qui la voglia di autonomia e spesso si pensa a eventi totalmente staccati da Grillo, o al massimo dove è davvero indispensabile, una semplice apparizione’. Il direttorio oscura anche i due fondatori. [...] Per quasi due anni, nel silenzio assordante degli attivisti ormai diventati fan, il direttorio ha avuto una delega in bianco su ogni aspetto della vita politica del MoVimento. Così come è stato nominato, il direttorio viene sciolto nel settembre 2016, d’imperio e senza alcuna spiegazione da Beppe Grillo. Finisce triturato dalla sua incapacità politica, impantanato nel disastro della giunta di Virginia Raggi. La sua stagione inizia con una email – come abbiamo visto – e si chiude con un’altra email riguardante l’iscrizione nel registro degli indagati dell’assessore ai rifiuti del Comune di Roma, Paola Muraro. Luigi Di Maio dice di averla ricevuta e ‘di non averla capita’, altri malignamente dicono invece che non avrebbe voluto informare i colleghi di proposito. Comunque sia andata quello che è certo è che il direttorio è stato il trampolino di lancio per la sua leadership”.

(fine)

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