INTERVISTA DI LIBERO. Mara Carfagna letale: "Salvini si calmi, ha bisogno di noi"

Onorevole Carfagna, mi aiuti a capire: le elezioni le ha vinte la Lega o Forza Italia?

«Le ha vinte il centrodestra e le hanno perse il Pd e Cinquestelle».

4.7.2017 da www.liberoquotidiano.it

Onorevole Carfagna, mi aiuti a capire: le elezioni le ha vinte la Lega o Forza Italia?

«Le ha vinte il centrodestra e le hanno perse il Pd e Cinquestelle».

Questo la settimana scorsa. Ora il tema è capire se nel centrodestra le ha vinte di più Salvini o voi.

«Non partecipo a questo gioco, credo che agli elettori del centrodestra non interessi. In Liguria e in altre zone del Nord la Lega ci ha superato ma noi siamo su tutto il territorio nazionale e alla fine sono stati eletti molti più consiglieri azzurri che leghisti. Ma mi fermo qui, lascio volentieri al Pd il primato della conflittualità, che tanti voti gli ha tolto. Anche perché in quanto a litigi, loro sono imbattibili».

È una frecciata a Salvini?

«No, il contrario. Capisco che Salvini abbia bisogno in termini elettorali di marcare la propria diversità da Forza Italia ma temo che alcune sue uscite aumentino la tensione e allontanino l' unità del centrodestra. Alimentare troppo la competizione interna finisce per essere un favore agli avversari. Marciare divisi per allargare il consenso va bene ma non bisogna dare l' impressione di essere troppo distanti, anche perché in realtà non lo siamo. L' unità dev' esere un obiettivo per tutti. I sondaggi danno il centrodestra unito sei-sette punti sopra il Pd e Cinquestelle, sarebbe un delitto non approfittarne».

Rovescia l' accusa che i leghisti fanno a Berlusconi e sostiene che sia Salvini a non volere l' unità del centrodestra?

«Questo non lo dirò mai. Sono convinta che anche Salvini consideri i suoi avversari il Pd e M5S e voglia vincere le prossime elezioni politiche con noi per garantire a tutta Italia il buongoverno della Lombardia, della Liguria e del Veneto».

Concordo, ma Lombardia e Veneto hanno un governatore leghista: se vincerete le politiche insieme chi farà il premier, Berlusconi o Salvini?

«Non angosciamo la nostra gente con il tema della leadership. Abbiamo un Paese con l' acqua alla gola, diamo risposte ai cittadini. Basta beccarsi tra di noi».

Se Maroni si incarica di dirlo a Salvini, a Berlusconi lo spiega lei: ha appena dichiarato che Forza Italia è il primo partito, lui guiderà la campagna elettorale e non ci sono delfini?

«Il fatto che Berlusconi abbia dichiarato che guiderà la campagna elettorale è una buona notizia per tutti, lui è il valore aggiunto del centrodestra. Berlusconi non ha parlato di candidati premier ma solo di centrodestra unito, e ha ragione. L' individualismo è il virus che ci ha indebolito in questi anni. È ora di guarire, gli elettori di centrodestra non si svegliano al mattino chiedendosi chi sarà il premier ma vogliono sapere se abbiamo le idee chiare sulle tasse, l' immigrazione, la burocrazia, la lotta alla povertà».

E Renzi, anche lui adesso fa il moderato e vuole guardare al centro: davvero non pensate a una grande coalizione?

«Sono scenari inattuali, e poi gli italiani si sono stufati di Renzi e del Pd, dilaniato da conflitti interni e che da cinque anni scarica cinicamente sul Paese le proprie contraddizioni. Renzi ha perso tre volte nell'ultimo anno, non è un grande affare. La sua azione di governo è stata fallimentare, ha anteposto la propria sete di potere agli interessi della nazione e gli italiani l' hanno capito definitivamente».

Quindi lei si aspettava la vittoria?

«Non mi ha stupito. Ho girato tanto e ovunque ho trovato un rinnovato entusiasmo nei confronti di Berlusconi. È stato il suo ritorno a fare la differenza in queste amministrative. Malgrado tutte le campagne mediatiche create ad arte per delegittimarlo e la persecuzione giudiziaria che ha dovuto subire, ha mantenuto inalterata la propria credibilità davanti al suo elettorato. Significa che passato il bombardamento è rimasta la sostanza di quello che avevamo fatto».

Merito suo o della mancanza di avversari?

«Dopo anni è venuta fuori la verità e la gente ha capito che si stava meglio ai tempi in cui qualcuno voleva farle credere che stava peggio. Renzi si è illuso di riuscire a conquistare i nostri voti ma l' operazione è completamente fallita. Il popolo del centrodestra, che è maggioritario nel Paese, in questi anni nonostante le ingiustizie subite non ha tradito, al massimo si è rifugiato nell'astensionismo».

C' è chi sostiene che alcuni vostri vecchi elettori si fossero rifugiati anche nel voto a Cinquestelle.

«Ho letto le tesi secondo cui il voto grillino sarebbe stato decisivo in certe città per farci vincere. Ma io ritengo che se una parte di simpatizzanti grillini ci ha votato è stato perché ha ritenuto i nostri candidati più affidabili, e dopo le esperienze di Raggi e Appendino non mi stupisco. Ormai anche l' elettorato grillino non si accontenta più della protesta fine a se stessa. Non basta più rappresentare i bisogni e le paure delle fasce deboli, bisogna sapere anche rassicurare chi sta male».

La sinistra ha perso perché vuole introdurre il diritto di cittadinanza ai figli degli immigrati che nascono in Italia?

«Quella sullo ius soli è una battaglia incomprensibile, per i modi e i tempi. In una fase storica in cui l' Italia si trova assediata, da sola a fronteggiare un flusso migratorio epocale, parlare di come riconoscere la cittadinanza ai figli degli immigrati significa alimentare un dibattito fuori dalla realtà. La cittadinanza non può essere una conquista automatica. Tanto più che la tesi secondo cui la cittadinanza favorirebbe l' integrazione è smentita dagli immigrati di seconda e terza generazione che si fanno esplodere a Parigi e Londra in nome della jihad».

L' immigrazione è uno dei temi che più dividono Berlusconi da Salvini: quanto ha appena detto sullo ius soli significa che Forza Italia si sta spostando su una posizione di minore accoglienza?

«La nostra posizione non è cambiata. L' accoglienza e la solidarietà vanno coniugate con il rigore e il rispetto delle regole. Il nostro Paese purtroppo non può farsi carico di tutti i disperati del mondo. La priorità in questo momento è far capire agli italiani che lo Stato è in grado di controllare i propri confini e il territorio e dichiarare di voler chiudere i porti e sequestrare le navi delle Ong senza poi farlo non aiuta alla causa. Per quanto riguarda il tema integrazione, certo non sono sufficienti un ciclo scolastico o il mero rispetto della nostra cultura e delle nostre leggi per diventare veri italiani. Serve di più. Dobbiamo pretendere che chi arriva aderisca alla nostra civiltà, a partire dal rispetto delle donne e della parità dei diritti, e verificare che lo faccia».

Berlusconi e Salvini continuano a ripetere di avere in comune il 95% del programma di governo. Io francamente non me ne sono accorto.

«Sulle tasse, la giustizia e la burocrazia i programmi sono quasi sovrapponibili. Quanto all' immigrazione, Forza Italia e Lega hanno gestito per anni il problema in perfetto accordo e con grandi risultati, lavorando nei luoghi di partenza e non in Italia, visto che con le tendopoli e i centri d' accoglienza non si fa integrazione. E sull' Europa la Lega si sta facendo più riflessiva. Comunque mi sembra che adesso anche gli europeisti più convinti mettano in discussione la Ue così com' è; cosa che Berlusconi ha fatto coraggiosamente quando era premier, tanto che più d' uno annovera la sua posizione critica sull' Unione tra i motivi principali della caduta».

Anche Renzi ha alzato la voce in Europa ultimamente.

«Teatro. Renzi si è presentato in Europa con il cappello in mano a chiedere sconti per finanziare i suoi bonus elettorali. Non ha mai cambiato i trattati che ci danneggiano. Ha accettato tutto salvo poi alzare la voce in conferenza stampa. La presa in giro che stiamo subendo da Macron sugli immigrati in questi giorni è l' ennesima riprova di quanto ci ascoltino nella Ue».

È d' accordo allora che l' Europa mira ancora a fregarci?

«Io sono europeista ma comprendo le ragioni di chi in questa Europa vede un ostacolo più che una opportunità. I sovranisti non sono persone che intimamente vogliono ritornare agli Stati-nazione del '700 ma solo persone che hanno subìto gli effetti di una globalizzazione mal gestita, che ha creato grandi ricchezze ma ha indebolito il ceto medio, che ora rimpiange benessere perduto. Si tratta semplicemente di dare delle risposte ai loro bisogni, senza cavalcarne le paure. E questo lo sa anche Salvini».

Ma la rivalità tra i due leader, Berlusconi e Salvini, non è così forte da risultare paralizzante?

«A me non spaventano le discussioni, anche animate, ma vorrei le facessimo tutti chiusi in una stanza non a favore di telecamera. La lezione che ci arriva dalla sconfitta della sinistra è che per vincere bisogna mostrarsi affidabili e compatti. Forza Italia e Lega sono complementari, in un certo senso anche geograficamente, l' avversario è fuori dal nostro perimetro, esaltiamo i punti in comune».

Per la verità io il perimetro del centrodestra non ce l' ho molto chiaro.

«E la capisco, perché mentre al Nord abbiamo trovato l' assetto, al Sud il campo da gioco non è ancora ben delineato, anche a causa del fatto che i tentativi di penetrazione di Salvini non sono andati a buon fine. Dobbiamo aprirci alle forze civiche e a quelle che fanno riferimento a Forza Italia e ai valori del Ppe. Ci abbiamo già provato con risultati incoraggianti a questo giro di Amministrative».

Progetto difficile, e che esclude la Lega e Fratelli d' Italia.

«Al Nord alcuni candidati erano sostenuti da coalizioni che andavano dalla Lega ad Alleanza Popolare.

Abbiamo il dovere di provare a unificarci e abbandonare i personalismi in nome dell' interesse di tutto il centrodestra».

Certo che è difficile parlare del futuro senza neppure sapere con che legge si andrà a votare «Lo slittamento a settembre della discussione sulla legge elettorale è stato un errore».

Alla fine non se ne farà nulla e andremo alle urne così, alla spera in Dio?

«Questo è disfattismo. Io credo che si possa ripartire dall' accordo su una legge proporzionale fatto saltare all' ultimo momento dall' inaffidabilità di Cinquestelle e dai franchi tiratori del Pd. Come dice Berlusconi, il proporzionale è il sistema migliore per garantire la corrispondenza tra volontà degli elettori e rappresentanza parlamentare nell' attuale scenario tripolare».

Se avete fallito in maggio perché dovreste aver successo in settembre?

«Perché non ci sono più il voto amministrativo alle porte né lo spettro delle elezioni anticipate. Legare la riforma alle urne a ottobre è stato un errore madornale. Alcuni si sono opposti alla legge sostenendo la necessità di continuità del governo Gentiloni per approvare la legge di stabilità, altri si sono fatti guidare da istinti meno nobili legati alla conservazione dello scranno. La legge non era un inciucio, come è stata erroneamente definita, tant' è che era d' accordo pure Salvini».

Non mi stupisce, magari il beneficiario maggiore potrebbe essere proprio la Lega: se la sinistra si spacca e il Pd prende pochi voti, il Carroccio potrebbe essere tentato di sostenere Cinquestelle?

«Fantapolitica, esattamente come le voci di un' intesa tra Berlusconi e Renzi. M5S è una forza di protesta che pesca nella rabbia della gente per raccattare voti. La Lega, come noi, vuole dare risposte. Infatti i toni di Salvini, anche sull' Europa e sull' euro, si sono fatti più governativi e riflessivi. Le vittorie di Genova, di Monza e di Verona gli hanno fatto capire che anche al Nord vince il profilo liberale e moderato, non l' estremismo».

In caso d' impasse post-elettorale qualche schema dovrà pur saltare se il centrodestra non avrà i numeri per governare, non crede?

«Sarà prerogativa del Capo dello Stato decidere se sciogliere le Camere, come successo in Spagna e Grecia, o andare avanti. Ma ripeto, non sono un' esperta di fantapolitica».

Se aveste votato sì al referendum di Renzi sulla riforma costituzionale tutti questi problemi non ci sarebbero e all' indomani del voto sapremmo chi governa, come in Francia.

«A parte che la legge è stata dichiarata incostituzionale, e non è la sola tra quelle di Renzi, se avesse vinto il SÌ al referendum avremmo una Costituzione sventrata, un Senato trasformato in dopolavoro e delle istituzioni pasticciate il caos regna comunque».

Però al Senato delle Regioni forse avreste avuto la maggioranza a questo punto.

«Infatti, il nostro non era un "no" opportunistico».

C' è bisogno del voto di Alfano per far passare la legge: toglierete la soglia di sbarramento al 5%?

«Discorsi oziosi, ma non mi sottraggo. Non ci sono preclusioni ad abbassare la soglia di sbarramento di uno o due punti ma l' Italia non cresce, è in affanno, e la politica non può essere paralizzata dai problemi di rappresentatività di schieramenti con scarso consenso. Lupi poi ha appena detto che per i centristi di Area Popolare il 5% non è un problema.

Ne ammiro l' ottimismo».

Certo che ora che sono tornati di moda i moderati sembra passato di moda Alfano, curioso?

«Ha fatto le sue scelte, a questo punto riallacciare il dialogo mi sembra difficile. Tutto si è compiuto».

Spietata. E questo rinnovo della compagine parlamentare azzurra ci sarà davvero?

«La rottamazione non è un valore per Forza Italia, anche perché poi, come si vede, si paga cara ed è uno slogan dietro al quale si celano giochi di potere. Il rinnovamento ci sarà nei modi e nella misura in cui c' è sempre stato, senza dar vita a lotte generazionali. Nel selezionare la propria classe dirigente Forza Italia ha sempre cercato di mischiare esperienza ed entusiasmo politico, non abbiamo mai amato i gestori del potere fine a se stesso. Bisogna stare attenti, a volte è capitato anche a noi che il rinnovamento coincidesse con un peggioramento».

Rinnoverete anche la rappresentanza dei giornalisti tra i parlamentari azzurri?

«Se qualcuno si è distinto, perché no? I giornali sono uno strumento importante per interpretare e recepire il sentimento diffuso dei cittadini. Sono un' ottima palestra politica».

di Pietro Senaldi

Twitter @PSenaldi

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