COSA SUCCEDEREBBE SE DOMANI SI VOTASSE CON IL “MATTARELLUM”, RIPROPOSTO DA RENZI E DAL PD?
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CON I VOTI DEL 2013, NESSUNO AVREBBE LA MAGGIORANZA (E SERVIREBBERO LE SOLITE LARGHE INTESE) - ECCO QUATTRO SIMULAZIONI
Lavinia Rivara per “la Repubblica” 30 DIC 2016 12:49 Dagospia
ELEZIONI
La legge elettorale è da rifare e il Pd rilancia il Mattarellum, con cui si è votato dal '94 al 2001. Ma cosa succederebbe se si votasse con quel sistema? E il risultato sarebbe diverso rispetto a un modello proporzionale? Stime precise non sono possibili, ma simulazioni sì, tenendo presente alcune variabili. Innanzitutto il passaggio da un sistema bipolare ad uno tripolare, che vede oggi i 5Stelle in campo accanto a centrosinistra e centrodestra.
Inoltre rispetto al Porcellum (con cui si votò nel 2013) il Mattarellum (75% di maggioritario, 25% di proporzionale) introduce fattori in grado di spostare consensi: la capacità attrattiva dei candidati di collegio, la necessità di coalizzarsi. Ecco quattro diverse simulazioni del Mattarellum elaborate da Salvatore Vassallo, docente di Scienza politica all' università di Bologna, sulla base della distribuzione territoriale del voto 2013 (escluse Valle d' Aosta e estero).
La prima riporta i consensi di quella tornata nei collegi uninominali ipotizzando, sulla base dei flussi stimati alle Europee 2014, che i voti di Scelta Civica (Monti) vadano per il 40% al centrosinistra (Pd+Sel) e per il 60% al centrodestra (FI+Lega+Fratelli d' Italia). Risultato: nessuno dei tre poli ottiene una maggioranza autosufficiente. Il centrodestra è la prima forza con 291 seggi alla Camera (ne servirebbero 316) e 154 al Senato (contro 161 necessari).
Visto il rifiuto dei pentastellati a stringere alleanze solo un accordo tra centrodestra e centrosinistra potrebbe far nascere un governo.
Nella seconda tabella i 5Stelle arrivano ai livelli massimi dei sondaggi: il 31% alla Camera, dove otterrebbero 189 seggi, 73 al Senato, a scapito degli altri. Ma neanche loro avrebbero la maggioranza. Nella terza simulazione il centrosinistra supera il 37% alla Camera (il Pd alle Europee toccò il 40%).
Sfiorerebbe così la maggioranza a Montecitorio con 307 seggi e la conquisterebbe per un soffio al Senato (161 seggi); per governare avrebbe comunque bisogno di una intesa (almeno con un pugno di parlamentari). Ma se uno dei poli arriva invece intorno al 40% conquista la maggioranza: è l'esempio della quarta tabella, dove il centrodestra tocca il 39% e prende 357 seggi alla Camera e 184 al Senato.
Questo dimostra che la Mattarella, se i tre poli sono più o meno equivalenti fotografa la situazione, ma se l' elettorato predilige nettamente uno dei tre si riattiva la dinamica maggioritaria, sostiene Vassallo. Al contrario un proporzionale come il Consultellum in nessuno di questi quattro scenari emergerebbe una maggioranza autosufficiente e omogenea.
Le larghe intese quindi sarebbero l'unica alternativa ad un ritorno alle urne.
Quanto alla proposta di un proporzionale corretto da un premio, Vassallo avverte che si correrebbe un rischio non da poco: Con un sistema bicamerale e una struttura tripolare dell' offerta politica si rischia il paradossale risultato di avere premi attribuiti a forze antagoniste alla Camera e al Senato. Forse - è il suo suggerimento - un Mattarellum rivisitato, che mischi sistema tedesco e spagnolo, potrebbe essere la soluzione. Nel 2007 Veltroni e Berlusconi ci andarono vicini.
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