Non ci sono i numeri per una fuga solitaria

Un governo istituzionale avrebbe avuto un chiaro significato e il Pd, dopo la sconfitta al referendum, avrebbe potuto presentarsi alle urne con le mani libere e cercare la rivincita

 di Carlo Valentini Italiaoggi 13.12.2016

Un governo istituzionale avrebbe avuto un chiaro significato e il Pd, dopo la sconfitta al referendum, avrebbe potuto presentarsi alle urne con le mani libere e cercare la rivincita. Il governo Gentiloni, invece, ha un mandato ampio e politico e si regge sulla stessa maggioranza che sosteneva l'esecutivo di Matteo Renzi. Ciò imporrà, al segretario Pd, quelle qualità di mediazione e di ascolto in cui non ha brillato nella vicenda che è partita dall'elezione del presidente della repubblica e attraverso la legge elettorale è approdata al referendum. Renzi potrà anche essere convinto che la mediazione sia sempre inciucio e che impedisca di decidere. Ma non è così, se chi la propone è abile e ha le idee chiare. In questa fase della politica italiana non ci sono i numeri per la fuga solitaria. Tra l'altro non è una faccenda solo italiana, perfino Angela Merkel ha bisogno di alleati e deve scendere a patti con loro ma non per questo non prende decisioni.

Renzi aveva indicato due strade: il governo tecnico o le elezioni subito. Alla fine la soluzione è stata un'altra, che lui comunque ha traghettato, e ora gli toccherà gestire questa delicata fase, con le forze politiche divise sulla legge elettorale e le bordate che il Pd riceverà dalle opposizioni che non mancheranno di tentare di indebolirlo alla vigilia di una campagna elettorale.

Al di là di come lo si giudichi, Renzi è uscito a testa alta da questa sconfitta. Se farà tesoro degli errori commessi e smetterà di considerarsi l'uomo della provvidenza riuscirà da segretario a ricostruirsi un'immagine e forse, se non scivolerà sul governo Gentiloni, ad arrivare alle elezioni su posizioni di forza, considerando le difficoltà del centrodestra e l'inaffidabilità dei 5stelle.

Nel commiato che domenica ha affidato ai social ha scritto: «Non ci stancheremo di riprovare e ripartire. Ci sono migliaia di luci che brillano nella notte italiana. Proveremo di nuovo a riunirle facendo tesoro degli errori fatti».

La prossima assemblea Pd sarà la cartina di tornasole di questi buoni propositi. Egli dovrà ricompattare il partito, aprirlo alle varie componenti, riorganizzarlo nei territori, fare emergere una classe dirigente all'altezza di questi compiti. Servirà il buon senso più che i guru americani. Le ultime amministrative sono state un campanello d'allarme. Adesso che è solamente segretario non ha più alibi.

Categoria Italia

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