1- Giornalisti in inversione di marcia ovvero la politica gestisce il presente, ognuno per sé, o anche lo indirizza verso una maggiore unità? Ancora per una legge elettorale proporzionale ?
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Sogno una nuova sinistra che superi sia Renzi sia Grillo. Entrambi sono frutto della china finale di un certo modo di fare politica. Possono cadere per i propri errori, ma vivono e si consolidano se il Pd resterà questa melassa indigeribile.
PEPPINO CALDAROLA, Linkiesta 12.12.2016
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Come molti politici, anzi, meglio, come molti esseri umani, Matteo Renzi ha qualità e difetti. I difetti non c’è bisogno di elencarli, li conosciamo a memoria perché lui, credendoli virtù, ce ne ha ammannito molti in questi lunghi mesi di governo. Anche le qualità sono state spesso evidenti ma sottovalutate dagli avversari. Renzi è un uomo intelligente, malgrado la caricatura che ne fa Crozza, è molto determinato, è coraggioso fino allo sprezzo del pericolo e, quelle rare volte che è sincero, riesce a toccare le corde chi lo ascolta. Soprattutto, al contrario di quel si dice e di quel che ho scritto anche io molto spesso per amore di polemica, ha una sua visione delle cose della politica.
BASTA A UN PD FONDATO SOLO SULLE PRIMARIE. Renzi non è di sinistra nell’accezione più classica del termine. È figlio legittimo di quella metamorfosi della sinistra che la stessa ha voluto per sé. Faccia bene o male la sua parte, il suo mondo viene più dal confuso post-comunismo occhettiano che dalla vecchia e solida Dc. Chi dice che l'ex premier non è di sinistra dimentica gli ultimi 20 anni. Renzi ha l’idea del Partito democratico che ha avuto corso in Italia in questi anni. Cioè di un contenitore magico, privo di radicamento sociale (evviva l’opinione pubblica testata dai sondaggi), con una filosofia liberista compassionevole (diversa dal cattivismo compassionevole della signora di ferro e di Reagan), al cui centro, come bussola dell’agire, c’è il metodo delle primarie. Arturo Parisi, che è il fondatore vero del Pd, aveva fatto delle primarie un totem.
Questo Renzi ultra-liberale ha anche una concezione del potere di tipo antico e scolastico. Non pensa che sia meglio “controllare” aree di opinione pubblica con associazioni e uomini e donne generosi. A lui interessano la Rai, le partecipate dello Stato, i servizi segreti. Vive in un fumetto. Chissà che cosa pensa della politica quando crede che sia meglio avere un suo amico senza mestiere come Lotti che dà del tu al capo dei Servizi, piuttosto che ragionare con i leader delle sopravvissute associazioni di massa.
MOVIMENTI E ASSOCIAZIONI DIMENTICATI DAI DEM. Lui e Lotti sopravvalutano i Servizi: vogliamo fare l’elenco degli insuccessi internazionali, per finire all’ultimo tragico sospetto che non sia stati in grado di fermare l’interferenza di Putin sul voto americano? Eppure ci sono saggi che spiegano come movimenti e associazioni senza fini di lucro siano in grado di muovere grandi masse nel mondo. Insomma, il Renzi che abbiamo davanti, vizi e virtù, ha gli occhi rivolti al passato ma è un animale politico vero, difficile da battere. Ma non impossibile.
IL CONGRESSO NON DIVENTI COME IL REFERENDUM. Il tema si pone ora che il Pd ha di fronte a sé la campagna congressuale. Sembra l’inizio di quella referendaria. Renzi molto avanti poi c’è Enrico Rossi, seguono tutti gli altri in una dispersione di percentuali che favorisce chi è in testa. La tentazione potrebbe essere quella di riunificare tutte le sigle contrarie a Renzi dietro un unico candidato. Una specie di blocco del 'No' congressuale. Sarebbe un andare incontro alla sconfitta. Né credo sia possibile. Almeno al primo turno le correnti hanno bisogno di pesarsi per poi rivendicare sulla base di quelle percentuali un adeguato numero di parlamentari. La fase congressuale pre-primarie prevede un ruolo ai circoli e lì scopriremo quanto e se sono alla mercé dei cacicchi locali. Insomma, partita complicata.
Può esserci un’altra partita che richiede una diversa visione dello scontro che si apre. È probabile che di fronte alla sinistra vi saranno due delusioni consecutive: la segreteria andrà a Renzi e l’avvento successivo dei 5 Stelle al governo sarà matematico. Perché l'ex premier una illusione deve togliersela: con lui alla guida della coalizione o del partito maggiore non c’è alcuna possibilità di battere grillini. Solo un nome nuovo e diverso dal suo potrebbe batterli. L’avvento di Renzi alla segreteria e la conseguente ascesa dei 5 Stelle dovranno essere democraticamente contrastati ma con una avvertenza. È l’inizio di una battaglia lunga, non lo sprint per vincere tappa e giro.
SERVE UNA SINISTRA NUOVAMENTE RIVOLUZIONARIA. Renzi e Grillo sono frutto della china finale di un certo modo di fare politica e di auto-governarsi della sinistra. Entrambi possono cadere per i propri errori, entrambi vivono e si consolidano se la sinistra resterà questa melassa indigeribile. Obiettivo breve, vincere il congresso, e obiettivo lungo, battere in modo convincente i 5 Stelle, richiedono di ricostruire la sinistra come forza “rivoluzionaria”, cioè come forza che cerca di dare una riposta agli assetti attuali e ai limiti che oggi l’economia pone alla politica. Se non si mette al centro del dibattito una riforma seria del capitalismo - altre forme di convivenza sono state sconfitte dalla storia - che ne esaltino la progressività tagliando le unghie alla speculazione finanziaria, non c’è battaglia contro Renzi né contro Grillo.
BISOGNA SUPERARE LA SOCIALDEMOCRAZIA. Entrambi, pur agitandosi molto, sono figli del quieta non movere degli assetti attuali: Renzi vuolo per sé solo alcune leve di comando, Grillo vuole molta ammuina, ma entrambi sono figli legittimi della crisi del 2008 anche se vengono da più lontano. La battaglia congressuale del Pd deve svolgersi, quindi, con il sogno di una sinistra che lancia il cuore oltre l’ostacolo, che superi la melassa “democratica” e la vecchia socialdemocrazia, che recuperi alcune domande giovanili di critica all’attuale sistema economico e democratico e proponga diverse forme di organizzazione della protesta, del consenso, dello Stato.
IL RENZI DEI BONUS NON È CREDIBILE. Tutto astratto? Ma vi sembra concreto immaginare Grillo che con uno/a come la Raggi governi l’Italia oppure che il Renzi dei bonus vinca le diseguaglianze? In fondo l’itinerario personale di Gentiloni, brava persona e forse buon premier, indica quel che non si deve essere: estremisti da giovani e ultra-moderati da vecchi. E se la verità stesse nel fare il contrario?
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