Migranti, 10 idee (assurde) partorite dalla Lega

Donald minaccia muri. Ma per fermare l'«invasione» i padani si sono spinti ben oltre: dal filo spinato al poligono fino al letame. Ecco una top ten.

di Francesca Buonfiglioli | 14 Novembre 2016 Lettera43

Scomparsa dal programma la proposta di impedire l'ingresso negli Stati Uniti ai musulmani, per combattere l'immigrazione a Donald Trump non resta che il muro lungo la frontiera del Messico, da realizzare va da sé a spese del Paese centro americano.

Soluzione non originale, visto che la costruzione della barriera «della vergogna», come viene chiamata al di là del confine, fu cominciata nientepopodimeno che da Bill Clinton nel 1994.

Non solo. Il presidente eletto ha pure annunciato di voler «deportare» 2 o 3 milioni di latinos irregolari con precedenti.

A The Donald, però, basterebbe dare un'occhiata all'Italia per scovare nuove idee. Lega e destra nostrane, fan del tycoon, potrebbero essere una fonte di ispirazione.

Chi, infatti, sostiene che sulla questione migranti si limitino a urlare, criticare, montare barricate sulle strade, organizzare marce, fiaccolate e presidi si sbaglia. E di grosso.

Le proposte per fermare concretamente «l'invasione» ci sono eccome.

FIORIRE DI STRATAGEMMI... Dal comandante Matteo Salvini ai governatori padani Luca Zaia e Roberto Maroni, fino ai sindaci consacrati al prode Alberto da Giussano e quelli appoggiati da liste civiche che inneggiano alla responsabilità, è tutto un fiorire di idee, stratagemmi, ordinanze per difendere gli italiani.

Ecco le proposte più ''brillanti'' a cui The Donald potrebbe attingere.

1. Agna (Padova): tassa di soggiorno pro capite sui profughi una tassa per le cooperative che si occupano di accoglienza perché con il loro operato danneggiano economicamente il territorio

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2. Cene (Bergamo): ai terremotati la casa dei richiedenti asilo

Da Cene, 4.200 abitanti nella ridente Val Seriana (Bergamo) arriva la versione aggiornata di «terremotati nelle tende, immigrati negli alberghi».

NEL MIRINO LA CASA DELLA CURIA. «La proposta che porterò avanti, sia con il vescovo che con il prefetto, è quella di usare la casa vacanze della curia, appena assegnata a 60 cittadini stranieri, come accoglienza per le persone terremotate che hanno perso la loro casa».

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3. Carcare (Savona): si entra solo col certificato sanitario

Ad agosto a Carcare, nel Savonese, in Val Bormida, il sindaco di centrodestra Franco Bologna ha imposto con una ordinanza il divieto di dimora (anche occasionale) per persone provenienti dai Paesi dall'area africana o asiatica presso qualsiasi struttura d'accoglienza se prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l'idoneità a soggiornare.

Non un'idea originalissima, visto che nel 2015 un documento simile era stato firmato dal sindaco di Alassio Enzo Canepa.

4. Albano Terme (Padova): una lista politica anti-immigrazione

Dopo aver manifestato contro l'arrivo di migranti, il comitato Grande Abano dell'omonima località termale sui colli Euganei (Pd) ha pensato di presentarsi alle Comunali del 2017.

«UNA PROPOSTA CONCRETA». «È una discesa in campo politica, una proposta concreta», ha spiegato alla stampa la portavoce Sabrina Talarico.

Il comitato probabilmente prenderà la forma di una lista civica, apartitica e apolitica.

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5. Albettone (Vicenza): muri, letame, maiali e poligono di tiro

Il più creativo è senza dubbio il sindaco di Albettone, nel Vicentino: Joe Formaggio, passato dalla Lega a Fratelli d'Italia.

«Se ce li mandano», ha detto a La Zanzara parlando naturalmente di migranti, «muriamo le case e le riempiamo di letame. Siamo orgogliosamente razzisti. Non vogliamo negri e zingari, da noi rischiano la pelle. Esportiamo cervelli e importiamo negri che sono meno intelligenti di noi, sono inferiori».

GRILLETTI FACILI. «Le barricate di Gorino passeranno in secondo piano», ha aggiunto il primo cittadino.

Se poi a qualcuno venisse l'idea di costruire una moschea, la soluzione sarebbe a portata di mano: Formaggio si è detto pronto ad aprire un «grande allevamento di maiali».

6. Rovigo: tasse più care e controlli a tappeto per chi ospita stranieri

Decisamente meno folcloristica la proposta di Massimo Bergamin, sindaco leghista di Rovigo, che a inizio ottobre ha minacciato controlli a tappeto e tasse più elevate per chi ha deciso di ospitare migranti.

«Le verifiche sulle unità immobiliari che ospitano profughi e clandestini proseguiranno», ha promesso su Facebook.

7. Padova: taglio dei fondi alle associazioni che si occupano di integrazione

In prima linea nella lotta anti-migranti c'è un altro ormai ex sindaco sceriffo: il leghista Massimo Bitonci di Padova.

Per il 2015 aveva previsto il taglio del 10% dei fondi pubblici destinati alle associazioni che si occupano di integrazione e accoglienza come del resto promesso in campagna elettorale.

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8. Maroni: stop ai trasferimenti regionali per i Comuni che ospitano

A sfornare proposte non sono solo i sindaci, ma anche i governatori.

Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, per esempio lo scorso anno aveva tuonato: «Ai sindaci che dovessero accogliere nuovi clandestini ridurremo i trasferimenti regionali».

Insomma tolleranza zero

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E l'Europa? «Non sta facendo quello che si è impegnata a fare». Cinque anni dopo, la storia non è cambiata granché.

TRILATERALE CON ZAIA E TOTI. A settembre 2016, invece, insieme coi colleghi Luca Zaia del Veneto e Giovanni Toti (forzista) della Liguria era arrivato a stendere un documento sull'immigrazione da sottoporre alla conferenza Stato-Regioni.

Ecco i punti salienti: si invoca che il governo dichiari lo stato di emergenza, così da poter impiegare la Protezione civile nelle operazioni di accoglienza.

Si chiede la possibilità, per le Regioni che lo vogliano, di istituire i Cie, e si rilanci il reato di immigrazione clandestina.

Peccato che il reato di immigrazione clandestina sia ancora lì.

La depenalizzazione, inserita dal governo in un disegno di legge più ampio, è stata stralciata al momento del passaggio in parlamento a gennaio 2016.

Questo mentre la corte europea ha stabilito che gli ingressi irregolari di migranti non possono essere sanzionati con il carcere.

Insomma dalla Trilaterale tanto rumore per nulla.

9. Salvini: rispediamo in Africa chi viene salvato in mare

Anche il comandante Matteo Salvini ha dato il suo contributo alla soluzione della emergenza migranti.

Poche ore fa ha fatto suo il pensiero del ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maiziere. «Gli immigrati salvati nel Mediterraneo vanno riportati in Africa».

Un passo avanti dall'«affondare i barconi» di un po' di tempo fa. O al «spariamo agli scafisti» che il moderato Pierferdinando Casini propose nel lontano 1999.

Nel 2015 Salvini se ne uscì però con altre idee. O, meglio, suggestioni.

E SE LE PIATTAFORME ENI... «Ci sono numerose piattaforme dell’Eni in disuso in mare», disse in agosto a Radio Padania, «sarebbe soluzione non sciocca riadattarle a centri di sosta, di accoglienza e di identificazione in modo tale da non arrecare disturbo alla popolazione circostante. Studiamone la fattibilità».

Se poi proprio di accoglierli non se ne può fare a meno, allora si aprano le porte a quelli di religione cristiana, disse il leader del Carroccio.

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10. Alfano: hotspot galleggianti

Dulcis in fundo lui: Angelino Alfano.

Il ministro dell'Interno a maggio del 2016 copiò di fatto una proposta dell'avversario Salvini.

Segno che quando una idea è veramente buona non conosce bandiere.

«Siamo disponibili ad aprire nuovi hotspot, anche galleggianti», rilanciò il vice premier.

«Questo sistema consentirà di fare le operazioni di identificazione direttamente a bordo, senza far fuggire nessuno, e a questo meccanismo possono contribuire le agenzie umanitarie e Frontex».

Dimenticando che persino gli hotspot terrestri presentano criticità evidenti e mancano tuttora di una cornice legale. Figurarsi quelli galleggianti: dalla sospensione della democrazia alla deriva proprio.

Twitter @franzic76

Categoria Italia

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