Non Statuto M5s, i pasticci del voto online
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Il 64,5% degli iscritti ha votato al buio. E solo il 45% ha detto "sì" alle espulsioni. Meno del 50%+1 previsto dal quorum deliberativo. Spunta l'ipotesi class action.
di Francesca Buonfiglioli | 28 Ottobre 2016 Lettera43
Non Statuto e No quorum.
I partecipanti alla votazione online per la modifica del testo non hanno raggiunto il 75% degli iscritti.
«Il numero degli iscritti al Movimento 5 stelle alla data del 1.1.2016 abilitati a partecipare al voto è pari a 135.023», si legge sul Blog. «Hanno partecipato alla votazione 87.213 iscritti al Movimento 5 stelle entro il 1.1.2016 abilitati al voto».
Fatti due conti, stiamo parlando di poco più del 64% degli aventi diritto.
LE SENTENZE DI NAPOLI E ROMA. A stabilire che dovesse essere raggiunto il quorum del 75% - che ora Beppe Grillo e Roberto Fico definiscono «codicilli» e «cavilli» ma che il 20 luglio scorso indicavano come obiettivo da raggiungere - sono state le sentenze dei tribunali di Roma e Napoli.
Il Non Statuto, come hanno rilevato i giudici, in realtà è uno Statuto a tutti gli effetti. Ma con un punto debole: non prevede modalità per la propria modifica.
Per questo alle modifiche statutarie devono applicarsi le procedure e i requisiti stabiliti dall'articolo 21 del Codice civile, quorum del 75% compreso.
Nonostante, come ha scritto Grillo, gli avvocati del M5s siano già al lavoro per rivendicare la validità dell'operazione, il capo politico insieme con Fico e Paola Taverna ha applaudito alla partecipazione record alla consultazione.
«UN RECORD MONDIALE».«Grazie agli 87.213 iscritti che hanno partecipato alla votazione! Avete permesso al MoVimento 5 Stelle di raggiungere quello che probabilmente è il record mondiale di partecipanti a una votazione online per una forza politica o un'associazione», si legge nel comunicato. «Mai così tante persone si sono potute esprimere direttamente sul futuro della comunità di cui fanno parte».
Di più: «Oltre il 90% di chi ha votato si è espresso a favore dell'aggiornamento del Non Statuto e del Regolamento e più del 70% per il Regolamento nella sua versione con le espulsioni».
Un'indicazione chiara, almeno per Grillo, della volontà del suo popolo. Per questo, ha assicurato: «Faremo in modo che questa chiara volontà venga rispettata in ossequio alle leggi attuali: i nostri avvocati sono già al lavoro per questo».
Il 64,5% degli iscritti ha votato «a scatola chiusa»
Eppure, secondo Lorenzo Borrè, avvocato degli espulsi M5s che hanno presentato ricorso, i conti non tornano.
Al primo quesito - «Sei d’accordo nel modificare il non Statuto con il nuovo testo aggiornato proposto» - gli aventi diritto hanno votato a «scatola chiusa, al buio», spiega a Lettera43.it il legale. Cioè senza sapere quale sarebbe stato il nuovo testo aggiornato più votato. E questo perché la modifica del regolamento era oggetto degli altri quesiti.
Chi ha detto sì al primo quesito e cioè la stragrande maggioranza dei votanti (79.007 sì contro e 7.221 no) dunque non poteva ancora sapere se il Non Statuto avrebbe concepito o meno le espulsioni.
PER LE ESPULSIONI IL 45% DEGLI ISCRITTI. Andando avanti la questione si complica. Perché oltre al suddetto quorum del 75%, la modifica non ha ottenuto nemmeno quello deliberativo, e cioè il 50% più 1.
Il pasticcio, in questo caso, è nel terzo quesito: «Nel caso che si proceda alla modifica del Regolamento, quale delle due opzioni preferiresti?».
Le possibilità erano due: con espulsioni o senza espulsioni.
La versione con espulsioni è stata scelta da 61.071 pentastellati su 82.606 voti espressi. Una bella percentuale, non c'è che dire. Ma che rappresenta meno del 50% degli iscritti al Movimento, il 45% per essere precisi.
Per riassumere, fa notare Borrè, il 64,5% degli iscritti «ha votato a favore di una modifica del Non Statuto con una delle due versioni del Regolamento votate separatamente ma contestualmente, di cui la più votata ha ottenuto un quorum del 45%».
Numeri e modalità di voto su cui sarebbe il caso di riflettere.
IPOTESI RICORSI E CLASS ACTION.Non a caso, come conferma Borrè, alcuni attivisti stanno riflettendo sul da farsi. «Il 'record mondiale' che il M5s rischia, a questo punto, è quello dei Non Statuti annullati», aggiunge. «Nessuno, neppure Grillo, è al di sopra della legge».
«Il ricorso giudiziario resta l'extrema ratio per far valere i propri diritti», continua l'avvocato, «visto che la mediazione di una convocazione assembleare per discutere e varare un nuovo Statuto e Regolamento a norma di legge è stata negata».
Sembra addirittura che alcuni Meet-Up 'non ufficiali' stiano già raccogliendo fondi per un'azione collettiva.
E poi c'è chi continua a chiedere un'assemblea nazionale, come il gruppo Napoli Libera in Movimento.
L'obiettivo è quello di fornire basi inattaccabili al M5s. Quelle che la votazione online legalmente non è riuscita ad assicurare. Con buona pace di Fico.