Sono gli antirenziani che puntano su Renzi
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Più Matteo Renzi vuole spersonalizzare il referendum, più i suoi variegati avversari mettono in primo piano la sua persona
di Marco Bertoncini ItaliaOggi 25.10.2016
Si gioca un tiro alla fune. Più Matteo Renzi vuole spersonalizzare il referendum, più i suoi variegati avversari mettono in primo piano la sua persona. Renzi non è tormentato dai sondaggi, anche se i trionfi previsti all'inizio d'anno sono un remoto ricordo. Gli incerti, gli indecisi, i propensi all'astensionismo, sono in quantità industriali, tali da consentire un rovesciamento a favore del sì. È diffusa la sensazione che sia più facile persuadere al passaggio dall'incertezza al voto a favore. Qualche osservatore propende per considerare che il no abbia fatto il pieno, anche se altri pensano che astensionisti tifosi dell'antipolitica possano traghettarsi al no per combattere il politico più politico, cioè Renzi. Inoltre eventi immediati, specie in economia, possono danneggiare il sì.
Indubbiamente il trascorrere dei giorni reca con sé ripetuti convincimenti, o tentati convincimenti, degli elettori sulla mancanza di conseguenze politiche del referendum. Renzi, quasi minimizzando l'appuntamento rispetto al rilievo da lui stesso prima conferito al voto, vuole attutirne gli effetti che si prospetterebbero. Quindi fa capire che non ci sarebbero dimissioni. In ogni modo, lui sarebbe pur sempre il segretario del Pd, e quindi succederebbe a sé stesso nell'ipotesi (che però viene esorcizzata e messa fra parentesi) di crisi.
Contemporaneamente, il fronte del no agita invece la cacciata di Renzi come prospettiva vera e in fondo unica del referendum. Oggi, è probabile che quanti hanno in uggia il presidente del Consiglio siano ben più numerosi di quelli che l'apprezzano. È quindi inevitabile, per i sostenitori del no, proseguire nella campagna anti renziana più che in quella contro i contenuti della riforma.