Colomban, le contraddizioni del M5s sull'assessore
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Il veneto entra nella Giunta Raggi. Prima di Casaleggio era vicino a Galan e Zaia. Poi appoggiò Renzi. Pro Mose e privatizzazioni, anti-art.18: il passato scomodo.
di Francesca Buonfiglioli | 30 Settembre 2016
Il conflitto di interessi dei vicini è sempre più verde.
Il Movimento 5 stelle, lo stesso che aveva criticato nel 2014 le nomine di Federica Guidi e Giuliano Poletti a ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro, proponendo anche una doppia mozione di sfiducia, ora plaude la scelta dell'imprenditore Massimo Colomban ad assessore alle Partecipate della Giunta di Virginia Raggi.
FIGURA DELLA RETE CONFAPRI. Vero, Colomban ha lasciato da anni il gruppo Permasteelisa dopo averlo trasformato in una multinazionale da 1 miliardo e mezzo di fatturato, ha risanato molte aziende e ora è attivo soprattutto nel settore delle start-up, ma è pur sempre punta di diamante di Confapri, «conferenza permanente tra le attività produttive italiane che mette in rete migliaia di imprese».
Proprio attraverso Confapri e il relativo think tank Group, Colomban si è avvicinato a Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo.
Tanto che nel board del pensatoio figurano tra gli altri (degna di nota la presenza di Dodi Battaglia dei Pooh) Vito Crimi, David Borrelli (ora in Rousseau) ed Eleonora Bechis (qui il link dei fondatori).
Un dettaglio: fu Arturo Artom, uno dei cofondatori, a suggerire a Grillo e Casaleggio di trasferire le eccedenze delle buste paga dei protavoce nel Fondo di garanzia Pmi, creato nel 1997.
LA CONFINDUSTRIA A 5 STELLE. I legami dunque sono stretti, tanto che si arrivò a definire Confapri una sorta di Confindustria a 5 stelle.
Sicuramente dunque, come dice Raggi, «Massimo Colomban è un imprenditore con una incredibile esperienza, umana e professionale. Ha risanato decine di aziende e risollevato imprese e lavoratori da situazioni complesse. A Roma verrà a mettere ordine nella giungla delle società partecipate, condividendo idee e principi della nostra Giunta», ma il dubbio che posa in qualche modo favorire aziende di Confapri potrebbe pure venire.
Almeno seguendo i dettami del purismo pentastellato più ortodosso.
Ai piani alti no di certo: Colomban «ha esperienza», mentre Guidi e Poletti (ben prima delle vicende giudiziarie Tempa Rossa e delle foto 'compromettenti' con Salvatore Buzzi) erano semplicemente «incompatibili» con il ruolo che ricoprivano.
Uno screenshot dell'attacco firmato dal M5s nel 2014 contro Guidi e Poletti.
Insomma nel M5s c'è conflitto di interessi e conflitto di interessi, esattamente come ci sono avvisi di garanzia e avvisi di garanzia.
ADDIO A PROFILI TECNICI. Dopo la ricerca inutile di assessori tecnici e 'esterni', il Movimento ha così ripiegato su un imprenditore veneto di comprovata esperienza legato a doppio filo alla Casaleggio e su Andrea Mazzillo, uomo dello staff della sindaca, dirigente in Campidoglio che fino a pochi anni fa gravitava nella galassia piddina