Virginia Raggi mollata anche dal quasi assessore Tutino
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1-Si dimette anche il "quasi assessore" di Virginia Raggi. Il consigliere della Corte dei conti Salvatore Tutino si fa da parte nella corsa a ricoprire il ruolo di Assessore al bilancio del Comune di Roma. 2- Raggi Denuncia redditi e reddito 24.763 e spese elettorali euro 223.673,17
Libero, 27.9.2016
1-A raffreddarela disponibilità a far parte della squadra della sindaca l'accusa di far parte della Casta che gli è stata mossa da alcuni esponenti grillini a cominciare da Roberto Fico.
"Non posso accettare - spiega il magistrato all'agenzia Adnkronos - accuse totalmente infondate e prive di ogni elemento di verità. Avevo dato la mia disponibilità consapevole delle difficoltà e dei rischi che l'impegno avrebbe comportato. Ma pensavo a difficoltà legate all'impegnativo lavoro che mi sarei trovato ad affrontare come assessore al bilancio della Capitale".
"Invece da diversi giorni - continua Tutino- sono sulla graticola sottoposto a esami surreali. Sono diventato oggetto di una contesa in cui, più che i curricula, contano le illazioni e dove le falsità e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità e impegno. Gli attacchi, del tutto ingiustificati, da parte di esponenti della forza politica che dovrà sostenere le scelte della giunta, minano alla base ogni possibilità di un proficuo lavoro. Perciò, nel ringraziare la sindaca per la considerazione, ritiro la mia disponibilità a fare l'assessore al bilancio. Continuerò, con serenità e rinnovato impegno, a dare il mio contributo alla Corte dei conti".
2-Virginia Svela Redditi E Patrimonio. A Milano Sala Non Lo Fa
Libero, Bechis
Un po’ in ritardo rispetto ai suoi colleghi, ma comunque in anticipo rispetto al suo numero due Daniele Frongia, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha pubblicato proprio alla vigilia della kermesse grillina di Palermo i suoi redditi e le dichiarazioni patrimoniali. Così sappiamo che l’ultimo anno prima di diventare primo cittadino di Roma ha guadagnato complessivamente 24.763 euro lordi, e che di questi 9.638 euro venivano dalla sua attività da avvocato, dichiarata con il regime dei minimi.
Nella sua dichiarazione sul conflitto di interessi la Raggi spiega che fino a quando non ha giurato da sindaco (in quel momento si è dimessa) lei è stata “avvocato fiduciario della Asl RM F”. Pur non guadagnando tantissimo Virginia ha pagato negli ultimi anni più tasse del dovuto, e infatti nella dichiarazione dei redditi 2016 vanta un credito con il fisco di 7.252 euro. Nella recente campagna elettorale (anche quel documento è stato depositato), la Raggi ha speso per diventare sindaco 223.673,13 euro e la voce più grossa è stata quella della organizzazione delle manifestazioni, per cui se ne sono andati 128.057,83 euro. Altri 27 mila euro abbondanti sono serviti per “acquisto materiali e mezzi per la propaganda”, mentre la stampa di volantini e manifesti è costata in tutto 12.480 euro. raggidichiarazioneredditiTrasparente nel dettaglio, curiosamente la Raggi oscura con una riga di pennarello nero invece parte della sua dichiarazione dei redditi. Cancellato così nel documento sia il suo codice fiscale che il suo numero di partita Iva. Ma pure la data di nascita, con un vezzo femminile un po’ inutile (non lo fanno donne giovani come lei, e in ogni caso il dato è ricavabile in mille modi diversi su Internet). Più sostanziale invece l’oscuramento di altre scelte fatte dalla Raggi, che privatissime non sempre sono.
firmato per la destinazione dell’8 per mille Irpef, ma non è noto sapere se l’abbia devoluto alla Chiesa cattolica, ad altre religioni convenzionate o allo Stato. Stessa cosa per il 5 per mille Irpef (di solito destinato a una Onlus che è particolarmente cara): risulta una scelta, ma non è divulgata. Più clamoroso l’oscuramento di un’altra scelta che risulta fatta: quella della devoluzione a un partito o associazione politica della quota del 2 per mille Irpef. Il Movimento 5 stelle- si sa- rifiuta finanziamenti dello Stato alla politica come è a tutti gli effetti quello del 2 per mille. La Raggi dovrebbe saperlo e quindi non avere effettuato quella scelta. Ma allora a chi ha destinato quella somma? E soprattutto, perché ha voluto oscurare la sua scelta?
Tutte domande che a Roma possiamo farci, perché sul sito del Comune in modo assai facile è a disposizione tutta la documentazione sulla trasparenza prevista dalla legge entro 90 giorni dalla proclamazione elettorale. Gira che ti rigira invece sul sito del Comune di Milano allegato alle schede del sindaco Giuseppe Sala e dei suoi assessori non c’è altro che la loro autobiografia in pillole scritta dai rispettivi uffici stampa. Nessuno ha ancora allegato la dichiarazione dei redditi 2016, quella sulle spese elettorali e la dichiarazione su incarichi e patrimonio prevista dalla normativa esistente. Ma non fa notizia…
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