Il procuratore Grasso prevale sul presidente
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Il sì alla custodia cautelare per Antonio Caridi pronunciato dal Senato è stato tenacemente indirizzato dal presidente Pietro Grasso
di Marco Bertoncini Italia Oggi 5.8.2016 Italiaoggi
Il sì alla custodia cautelare per Antonio Caridi pronunciato dal Senato è stato tenacemente indirizzato dal presidente Pietro Grasso. Le pressioni giustizialiste dei grillini hanno avuto il loro peso, ma Grasso ha agito come se ancora fosse ai vertici della Procura nazionale antimafia e, quindi, ha voluto che si arrivasse subito a rispondere (positivamente, s'intende) alle richieste dei magistrati.
Grasso sarebbe potuto restare fermo, considerando che l'accoglienza alla domanda di autorizzazione avrebbe determinato un vuoto nell'assemblea da lui presieduta (argomento, questo, sul quale si preferisce spesso soprassedere, pur essendovi stati casi in cui votazioni hanno visto prevalere il sì o il no per un voto, in assenza di parlamentare detenuto). Invece, per capire come sia andata è sufficiente rileggere i titoli gongolanti dei quotidiani vicini alle italiche procure: «Caridi, altolà di Grasso» (la Repubblica, 28 lug.); «Caridi e 'ndrangheta/ Grasso vuole subito/ il responso del Senato» (il Fatto Quotidiano, 3 ago.); «Moral suasion di Grasso sul Pd» (la Repubblica, 4 ago.); «Grasso preme per votare subito» (il Fatto, 4 ago.).
Grasso, forte delle proprie prerogative presidenziali, ha ieri disposto (non proposto: «Dispongo») l'inversione dell'ordine del giorno, lasciando stupiti (così è parso, almeno dall'esplicita dichiarazione del capogruppo Luigi Zanda) gli stessi senatori del suo gruppo, il Pd. Ha rintuzzato gli ostacoli frappostigli sul piano regolamentare e politico. Perfino nei toni della voce, nelle espressioni usate, nel comportamento, è apparso bramoso di chiudere la partita, ovviamente puntando sulla concessione della custodia in carcere. Il procuratore Grasso ha prevalso sul presidente Grasso.