"Repubblica" ingaggia l'arbitro della fusione con la "Stampa"

Ainis arruolato dal gruppo come editorialista: è anche commissario dell'Antitrust. Un consigliere della Cir denuncia il conflitto d'interessi

Paolo Bracalini - Ven, 04/06/2016 - 08:22 Giornale

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Dal team di editorialisti di Repubblica era arrivato il nuovo presidente dell'Inps, Tito Boeri, a Repubblica arriva ora il costituzionalista Michele Ainis, già firma del Corriere della sera (l'ultimo editoriale è apparso il 5 maggio, poi la direzione ha fatto presente l'inopportunità del doppio ruolo).

 

Un ingaggio importante per il quotidiano del gruppo De Benedetti, con cui peraltro Ainis già collaborava firmando una rubrica sul settimanale Espresso. Normale mercato giornalistico, se non fosse per un dettaglio. Ainis il 3 marzo scorso è stato nominato, dai presidenti di Camera e Senato, nuovo componente dell'Antitrust (poltrona che dura 7 anni, al tetto massimo delle retribuzioni pubbliche: 240mila euro l'anno). E proprio l'Antitrust dovrà valutare la congruità dell'operazione finanziaria che ha al centro il gruppo Espresso.

Parliamo della fusione per incorporazione del Gruppo Espresso con Itedi, la società che edita La Stampa e Il SecoloXIX, concentrazione annunciata al mercato a marzo, il cui perfezionamento è previsto per il primo trimestre 2017. L'operazione darà vita al «primo gruppo editoriale del Paese», ha detto un orgoglioso Carlo De Benedetti a margine dell'assemblea degli azionisti, che avrà la maggioranza del nuovo polo editoriale (che comprende anche 18 testate locali). «Arriveremo al closing rispettando i limiti antitrust assicura l'Ingegnere -. La legge prevede un limite del 20% della tiratura, oggi quotidiani dei due gruppi raggiungono il 23%. Lavoreremo sulle tirature per arrivare entro i limiti previsti».

L'Antitrust, dunque, dovrà controllare e giudicare se l'operazione del Gruppo Espresso rispetta i limiti di legge (molti, dalla politica al presidente di Mediaset Confalonieri, hanno espresso forti dubbi). Intanto il presidente dell'Authority, Giovanni Pitruzzella, ha preso tempo («non abbiamo nulla in mano per poterci esprimere sul tema»), ma ha fatto capire che il fascicolo sarà approfondito dall'Antitrust. Con la consulenza di Ainis, editorialista del gruppo che deve tenere sotto controllo, in quanto membro dell'Antitrust. «Dunque, Ainis sarà remunerato dal Gruppo del quale dovrà giudicare l'operazione». A scriverlo non è un osservatore qualsiasi, bensì Stefano Micossi, economista e soprattutto consigliere di amministrazione della Cir (di cui è stato presidente Rodolfo De Benedetti), la holding che controlla Gruppo Espresso e Repubblica. Micossi è anche consigliere di Cassa depositi e prestiti, e poi direttore generale di Assonime, associazione delle SpA italiane, nel cui consiglio direttivo siede anche Carlo De Benedetti. Ebbene, sul giornale dell'associazione, «InPiù» come racconta l'Insider del Fatto quotidiano e che dunque arriva ad un pubblico selezionato di dirigenti e manager, il consigliere della Cir scrive (sotto al titolo malizioso: «C'è conflitto di interessi...e conflitto di interessi?»): «Repubblica annuncia grande shopping di editorialisti. Tra i nomi in arrivo, Michele Ainis, costituzionalista, nel frattempo designato come commissario all'Antitrust, che presto dovrà giudicare sulla fusione tra Itedi e Gruppo Espresso». Poi la stoccata: «A sua discolpa, il disattento Ainis può naturalmente addurre il fatto di non sapere nulla di Antitrust, dato che è arrivato là per designazione politica. Tuttavia, poiché si tratta di un valente studioso, presto scoprirà che tra i compiti dell'Autorità vi è anche quello di vigilare sui conflitti di interesse degli esponenti politici. Nessuno meglio di lui potrà identificare le situazioni di conflitto, avendone diretta esperienza». Come dire: visto che è lui in conflitto, vigile a libro paga del vigilato. Parola di consigliere di De Benedetti.

Categoria Italia

Commento

Bestia. Poi viene in televisione come prof. ed esperto e gli si crede a quello che dice ma sta indossando una maschera di parte. Che poi significa fare soldi.

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