Il governo Renzi deve affrontare dei tornanti molto impegnativi

Tutti diciamo, con ragione, che dovrebbe prevalere il giudizio di merito sulla riforma, ma è ovvio che i milioni di votanti non sono esperti di diritto costituzionale, e quindi si esprimeranno in base al giudizio che danno sui proponenti della riforma

 di Sergio Soave Italia oggi 18.5.2016

Al di là del merito, tutto sommato poco rilevante, l'avanti-indietro del governo sul prolungamento al lunedì dell'apertura delle urne segnala uno stato di confusione e incertezza che si va diffondendo nella maggioranza. Le prospettive future dei partner, quello forte, il Partito democratico, e i cespugli trapiantati dal centrodestra al centrosinistra, divergono e più si avvicina la scadenza elettorale, che molti pensano sarà anticipata alla primavera del 2017, più questa divergenza oggettiva spinge le formazioni a caratterizzarsi in senso identitario e competitivo. Se a questo si aggiunge la peculiare situazione del Pd, nel quale continuano a emergere nella minoranza tendenze alla secessione e al sabotaggio, soprattutto sulla questione della riforma costituzionale sottoposta a referendum, si ha il quadro di una situazione che tende alla paralisi.

Tuttavia il governo dovrà fronteggiare problemi interni e internazionali di grande portata anche in questa situazione di stallo: sulla Libia, prima o poi, bisognerà stabilire una linea del fronte con l'Isis, e, a quel punto, un intervento diretto sarà pressoché inevitabile, se, come tutto lascia prevedere, il referendum britannico premierà i fautori dell'uscita dall'Unione europea si dovrà fronteggiare le conseguenze che potrebbero essere traumatiche, i flussi migratori che non accennano ad arrestarsi impongono scelte complesse e suscitano allarmi, magari esagerati, ma molto diffusi.

Sul piano interno il governo deve dare qualche risposta alla pressione per un sostegno alle famiglie e per alleviare le situazioni critiche di settori di pensionandi e di vittime (non sempre incolpevoli, per la verità) delle crisi bancarie. La tattica dei bonus e degli interventi parziali, che è forse l'unica consentita dalla condizione di bilancio tuttora critica, non sembra in grado di dare risultati, né dal punto di vista degli effetti pratici né da quello dell'ampliamento del consenso elettorale. Sarà in un quadro dominato dal modo in cui saranno affrontati questi problemi che si andrà alla verifica finale del referendum sulla riforma costituzionale. Tutti diciamo, con ragione, che dovrebbe prevalere il giudizio di merito sulla riforma, ma è ovvio che i milioni di votanti non sono esperti di diritto costituzionale, e quindi si esprimeranno in base al giudizio che danno sui proponenti della riforma.

Il nervoso clima di attesa che attraversa la maggioranza, per giunta alla vigilia di una prova elettorale nelle grandi città che si presenta assai ardua e che in molti casi vede contrapposti i partiti di governo, come a Milano, può diventare un oggettivo vantaggio per il fronte del no, per quanto eterogeneo e contraddittorio.

Categoria Italia

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