Pentastellati affetti dalla doppia morale

La tendenza che in parecchi di loro emerge sarebbe di procedere come nel caso di Quarto: i sindaci indagati si dimettano

 di Marco Bertoncini  Italia Oggi, 15.5.2016

Che fare? I grillini sono nella peste. Ci si trovano per colpa propria, perché non è pensabile procedere per anni (sono anni che il M5s è sulla scena: fra un po', genererà i professionisti della politica tanto disprezzati dal Cav) a colpi di conclamata onestà-tà-tà e pretendere verginità-tà-tà giudiziaria per tutti, per poi cadere nelle consuete (per gli altri) distinzioni, polemiche, proclamazioni che qualsiasi partito invischiato in un processo produce.

La tendenza che in parecchi di loro emerge sarebbe di procedere come nel caso di Quarto: i sindaci indagati si dimettano. Altrimenti, sarebbero espulsi. È la linea retta, senza sbavature, di assoluta purezza, per evitare l'ovvia accusa di doppia morale. Però soffrono all'idea di lasciare due grandi città. Devono distinguersi, motivare la permanenza dei due sindaci, anche se il primo cittadino di Livorno gode di maggior tutela dai vertici pentastellati. Quello di Parma è inviso ai più nel M5s, per essere sempre stato considerato un libero pensatore, scarsamente ossequioso verso Grillo, il defunto Casaleggio e il direttorio, oltre che sospettato di prepararsi la rielezione attraverso qualche intesa col Pd o candidandosi fuori del movimento. Infatti è stato infine sospeso.

Vada come vada, i grillini ci rimettono. Se un sindaco resta, attesta di predicare bene e razzolare male. Se se ne va, conferma che gli eletti cinque stelle non sono all'altezza di amministrare. Per ora, domina sui non numerosi interventi grillini l'affermazione di Virginia Raggi contro l'uso degli «avvisi di garanzia come manganelli». Vi si legge la previsione di qualche imprevisto giudiziario che potrebbe capitare pure a lei, ove veramente vincesse la corsa al Campidoglio.

Categoria Italia

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