Cari giudici, cautela con la custodia cautelare. Forzature manettare nel caso Anas
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Nel corso della retata nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti del gestore della rete stradale, tra gli altri è stato arrestato Giuseppe Meduri che però non ricopre alcuna carica politica, quindi non si capisce in base a quale norma sia stato messo agli arresti domiciliari
di Redazione | 22 Ottobre 2015 ore 13:55
Nel corso della retata disposta dalla magistratura nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti dell’Anas, tra gli altri è stato arrestato Giuseppe Meduri, ex sottosegretario nel governo Prodi e presidente della Calabria. Meduri ha 73 anni, non ricopre alcuna carica politica, quindi non si capisce in base a quale norma sia stato messo agli arresti domiciliari.
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La custodia cautelare dovrebbe essere comminata solo in presenza di pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di manomissione delle prove. Nessuna di queste circostanze può essere ragionevolmente considerata valida nel caso specifico, senza contare che la sua età dovrebbe almeno indurre a una certa prudenza nell’impiego di misure di limitazione della libertà personale. D’altra parte la sua presunta “funzione di supporto non indifferente” nella trama corruttiva, come è scritto nell’ordine di cattura, è appunto puramente ancillare. Sorge il dubbio che, ancora una volta, si abusi delle misure cautelari non per evitare i pericoli specifici indicati nella normativa, ma per indurre l’indagato a fornire informazioni, insomma si usa la limitazione della libertà per far “parlare” l’indagato, in modo da dare solidità a un impianto accusatorio ancora rachitico.
Non si capisce, infatti, se ci sono prove e riscontri sufficienti, perché mai si usi in modo così esteso la custodia cautelare, che dovrebbe essere l’eccezione e che è invece diventata la regola. Privare una persona della libertà personale prima di una condanna definitiva è una forzatura, che può essere giustificata solo da reali esigenze, non è una facoltà della magistratura che ne fa un uso arbitrario. Naturalmente sulla stampa si leggeranno tutte le gravissime imputazioni, corredate di particolari scandalistici, e nessuno si occuperà di esaminare gli abusi o le esagerazioni messe in atto per piegare la resistenza degli inquisiti, che dovrebbero essere considerati innocenti fino a condanna definitiva.
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