Il partito degli indignati ha vinto ancora una volta
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Il dibattito e il voto ieri alla Camera sul progetto di legge prescrizione & corruzione insegnano molto. Fanno capire quanto giochino, nelle riforme, populismo, giustizialismo, emotività
di Marco Bertoncini . Italia Oggi 25.3.2015
. Com'è possibile opporsi a una dilagante indignazione, già diffusa nel sentir comune e in questi giorni esaltata da circostanze esterne, legate a nomi distanti come quelli di Ercole Incalza e di Luciano Moggi? Invano Rocco Buttiglione ha dispensato alcune argute riflessioni nei suoi interventi, rilevando l'ammonimento di san Tommaso sull'essere più facile arrivare alla verità partendo dall'errore piuttosto che dalla confusione (sparsa a piene mani nel testo dibattuto) e aggiungendo come l'indignazione, in sé nobile, sia una pessima professione.
Ecco, allora, spiegato perché Ncd e Udc, pur avendo eccellenti motivi per non accettare la prescrizione pluridecennale, non attireranno estese simpatie popolari: anzi. Semmai, appariranno, grazie pure ai pittori espressionisti che dipingono la presunta giustizia su Fatto, Repubblica e simili, come sostenitori di ladri, corrotti, delinquenti e peggio. Sul piano politico, invece, hanno lamentato una nuova sconfitta, dopo i bassi livelli raggiunti nell'elezione quirinalizia e il cocente, forzato abbandono di Maurizio Lupi.
Un altro insegnamento che si ricava dalla giornata a Montecitorio riguarda il bicameralismo. Il titolare della Giustizia, per venire incontro agli scontenti di maggioranza, ha promesso qualche coordinamento o riscrittura al Senato. Ciò significa che la seconda lettura non è un perverso meccanismo da sopprimere, come di fatto sostenuto dalla revisione costituzionale, bensì una necessità politica (e un'esigenza, andrebbe aggiunto, per evitare troppi pasticci legislativi).
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