Una discussione seria è possibile?

La separazione delle carriere non è un sovvertimento costituzionale: perché è importante dividere giudice e pm

Gian Domenico Caiazza, 12-1-2025 ilriformista.it lettura3’

Sarà mai possibile, in Italia, una discussione seria sulla separazione delle carriere? Al momento, c’è poco spazio per l’ottimismo, in verità. I toni quasi epici con i quali l’A.N.M. sta lanciando una non meglio precisata “mobilitazione” politica e culturale, spacciando questa riforma ordinamentale come un sovvertimento costituzionale, lasciano pochi spazi. Anche perché è una mobilitazione segnata da parole d’ordine (“si vuole mettere il Pubblico Ministero alle dipendenze della politica”) fondate sulla pura e semplice manipolazione della verità.

La riforma adotta il sistema portoghese (carriere separate, Pubblico Ministero indipendente), e lo blinda in Costituzione, sancendo l’indipendenza del P.M. “da ogni potere” (art.104 nella riforma). Qualcuno si è preso la briga almeno di informarsi, e poi di misurarsi, con l’esperienza portoghese? Ma figuriamoci. Agitare fantasmi è molto più facile che misurarsi con la realtà. Perciò noi di PQM siamo andati a chiederne conto ad un grande giurista portoghese, già giudice della CEDU, già esperto del GRECO (gruppo di Stati contro la corruzione), persona al di sopra di ogni possibile sospetto di faziosità. Leggete cosa ci dice, cosa ci racconta di come funziona il loro sistema ordinamentale, che questa nostra riforma vuole adottare; di come la indipendenza del PM sia intangibile, e di come l’autorevolezza del giudice e del P.M. agli occhi della pubblica opinione sia cresciuta in modo formidabile. C’è qualcuno della magistratura associata, e soprattutto delle opposizioni parlamentari a questa riforma, che abbia voglia di misurarsi con quelle parole? Nel nostro piccolo, siamo a disposizione. Accadrà? Non credo, perché in questa vicenda la realtà non interessa.

L’aria da ‘ultima spiaggia’

Intanto, noi abbiamo dato voce anche a tre autorevoli magistrati. Non a caso, sono giudici (di Tribunale, di Corte di Appello e di Cassazione), non Pubblici Ministeri. Loro pensano che la separazione delle carriere sia la strada giusta verso il giusto processo, e spiegano perché. Pacatamente. E – io aggiungo – coraggiosamente. Perché sono in tanti i magistrati che la pensano come loro, credetemi. Ma sono in pochi ad avere il coraggio o la voglia di dirlo pubblicamente, ed è anche facile capirne il perché. Basta respirare l’aria da “ultima spiaggia” che tira nella magistratura associata, che è poi quella che conta nel consentire o bloccare carriere ed aspirazioni dei magistrati italiani, per comprendere quanto possa essere difficile esporsi con idee diverse da questa crociata furibonda. Ma noi una piccola speranza la coltiviamo: sono i primi passi quelli che contano, altri ne seguiranno.

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L’attuale vero esercizio del potere

La magistratura associata non sta ingaggiando una battaglia in difesa della Costituzione, che si difende benissimo da sola e che nessuno sta insidiando, ma in difesa di un assetto di potere che, per la prima volta, viene messo in discussione. Un assetto di potere che ha reso protagonisti assoluti della giurisdizione non i giudici, cioè coloro che decidono se sei colpevole o innocente, se vai arrestato, se debbono esserti sequestrati i beni, ma una parte processuale, cioè il Pubblico Ministero, poco più del 20% dei diecimila magistrati italiani. Un assetto di potere che ha consegnato nelle mani dell’inquirente, in sinergia con il potere dei media, il vero esercizio di fatto del potere di giudicare un cittadino. Conta l’accusa, non il processo; l’arresto, non la sentenza.

La separazione delle carriere vuole riequilibrare questa anomalia, restituendo al giudice la piena indipendenza dall’inquirente, e la effettiva equidistanza dalle parti. Perciò vi riportiamo anche stralci della famosa intervista di Giuliano Vassalli al Financial Times nel 1987, alla vigilia del varo del nuovo codice. Senza la separazione tra inquirente e giudicante, diceva profeticamente, il nuovo codice non potrà mai funzionare. Chiaro? Buona lettura!

Gian Domenico Caiazza

Commenti   

#5 walter 2025-01-13 16:50
IL VENTENNIO BERLUSCONIANO HA LASCIATO IL SEGNO – SECONDO UN SONDAGGIO DEMOS, IL 54% DEGLI ITALIANI È CONVINTO CHE “UNA PARTE DELLA MAGISTRATURA SIA POLITICIZZATA” E AGISCA PERSEGUENDO OBIETTIVI “POLITICI”. UN DATO IN CRESCITA DEL 2% NELL’ULTIMO ANNO E CHE ARRIVA AL 75% TRA GLI ELETTORI DI FDI E LEGA. SOLO IL 44% È CONVINTO DELL’INDIPENDENZA DEI MAGISTRATI – ILVO DIAMANTI: “SIAMO LONTANI DAI TEMPI DI TANGENTOPOLI. QUANDO LA MAGISTRATURA COSTITUIVA UN SOGGETTO IMPORTANTE DELLA SCENA POLITICA NAZIONALE…”
Estratto dell’articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica” dagospia.com
#4 walter 2025-01-13 16:43
Riforma giustizia, l'Italia sceglie il modello portoghese
Separazione carriere, il professore Pinto de Albuquerque: “Rafforza l’indipendenza del potere giudiziario e aumenta le garanzie per i cittadini”
Alberto de Sanctis - Orlando Sapia (avvocati penalisti)
Lo scambio di prigionieri è sempre stato uno strumento essenziale, chi nega la validità non capisce niente di politica e storiaLo scambio di prigionieri è sempre stato uno strumento essenziale, chi nega la validità non capisce niente di politica e storia
Separazione carriere, il professore Pinto de Albuquerque: “Rafforza l’indipendenza del potere giudiziario e aumenta le garanzie per i cittadini”

Paulo Sérgio Pinto de Albuquerque è professore ordinario di Diritto Penale e Diritti Umani all’Università Cattolica di Lisbona. Già avvocato e giudice portoghese, è stato esperto del Gruppo di Stati contro la Corruzione (GRECO) nel biennio 2009-2010 e, dal 2011 al 2020, giudice della Corte Europea dei Diritti Umani, eletto a maggioranza assoluta al primo turno. La sua vasta produzione scientifica, unita alla ricca esperienza come giudice europeo, lo rendono uno dei giuristi più rispettati nel panorama internazionale, avendo collaborato intensamente con più di dieci università italiane nel corso di 20 anni. Ha ricevuto un dottorato honoris causa dall’Università di Edge Hill nel Regno Unito, per il suo “eccezionale contributo” alla promozione della giustizia sociale e dei diritti fondamentali. Ha anche ricevuto la Medaglia d’onore dall’Ordine degli Avvocati portoghese, per la sua carriera nella difesa dei diritti fondamentali…13 Gennaio 2025 alle 13:30 ilriformista.it
#3 walter 2025-01-13 16:35
Tutti i sopravvissuti della (mala) giustizia nel 2024
Assoluzioni dopo anni di ingiusta carcerazione, processi fallimentari, teoremi accusatori crollati, con danni economici e d’immagine ormai fatti e spesso irreparabili. Cronache di ordinaria gogna mediatico-giudiziaria da un altro anno di malagiustizia accertata…Ermes Antonucci estratto ilfoglio.it
#2 walter 2025-01-13 10:26
Secondo i giudici Salvatore Montefusco è stato spinto «dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate»
Salvatore Montefusco, che ha ucciso la moglie e la figlia di lei il 13 giugno 2022, aveva una «comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato». Per questo la Corte d’Assise di Modena lo ha condannato a trent’anni di carcere e non all’ergastolo. Secondo i giudici Montefusco è stato spinto «dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate», secondo la sentenza di cui parla l’agenzia di stampa Ansa. E quindi merita trent’anni di prigione e non l’ergastolo ..estratto da open.online 13.1.2025 …
#1 walter 2025-01-13 09:49
13 gen 2025 10:06
PER VEDERE RICONOSCIUTO L’ERRORE DI UN MAGISTRATO CI VOGLIONO 20 ANNI – PALAZZO CHIGI DOVRÀ RISARCIRE CON 136 MILA EURO (PIÙ 26.000 DI SPESE) UN OPERAIO CHE NEL 2003, A GORIZIA, SUBI’ L'AMPUTAZIONE DI UN BRACCIO IN SEGUITO A UN INCIDENTE SUL LAVORO – INIZIALMENTE AL LAVORATORE ERANO STATI RICONOSCIUTI SOLO 71 MILA EURO. DOPO 20 ANNI DI BATTAGLIE LEGALI, IN APPLICAZIONE DELLA LEGGE VASSALLI SULLA RESPONSABILITÀ CIVILE DELLE TOGHE, LA CORTE DI APPELLO DI BOLOGNA HA RICONOSCIUTO LA “NEGLIGENZA INESCUSABILE” COMPIUTA DAL GIUDICE PER UNA ERRORE NEL CALCOLO NEL RISARCIMENTO… dagospia.com

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