Medici senza frontiere, ecco donatori e numeri dell’Ong che non ha firmato il codice Minniti
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L’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sull’ong tedesca Jugend Rettet potrebbe non essere un caso isolato.
Francesco Bechis da www. Inkiesta.it 6.8.2017
L'approfondimento di Francesco Bechis
L’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sull’ong tedesca Jugend Rettet potrebbe non essere un caso isolato. Tra le carte della procura di Trapani, che ha avallato mercoledì il sequestro dell’imbarcazione dei volontari tedeschi “Iuventa”, ci sarebbe un fascicolo su un’altra ong: Medici senza Frontiere. In seguito alle indagini del pool del Servizio Centrale Operativo (Sco) l’ufficio giudiziario siciliano avrebbe iscritto, secondo indiscrezioni riportate da Corriere della Sera e Messaggero, dieci persone nel registro degli indagati. A difendere la Ong, ieri, è stato lo scrittore Roberto Saviano in un articolo su Repubblica.
LE ACCUSE
Si tratta del secondo colpo di scena nel giro di pochi giorni, dopo che, contro ogni pronostico, Msf si era rifiutata di firmare il codice di condotta per le ong al Viminale. Si lavora in particolare sulla testimonianza di Cristian Ricci, titolare di un’azienda, la Imi Security Service, che curava la sicurezza della Vos Hestia, nave di Save The Children. Secondo Ricci, Msf si è offerta in più occasioni per il trasbordo dei migranti da altre navi senza il previo consenso della guardia costiera italiana. Nelle scorse settimane il procuratore Ambrogio Cartosio aveva ricevuto segnalazioni da parte della polizia di un atteggiamento anomalo dei migranti sbarcati dalle navi di Msf durante gli interrogatori, quasi fossero stati invitati dal personale di bordo a non collaborare con le forze dell’ordine.
LA RISPOSTA
Accuse che, va detto, devono ancora essere provate. Nel frattempo è arrivata la risposta da parte dell’ong con un comunicato pubblicato sul suo sito online. Medici Senza Frontiere sostiene di non aver “ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla procura di Trapani né da altre procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare”. La notizia riportata sui giornali non farebbe che rispolverare vecchie accuse “che già ci erano state rivolte alcuni mesi fa”. L’ong chiede infine di fare subito chiarezza per “porre fine a questo stilicidio di accuse che continua ad avvelenare il clima in una situazione sempre più cupa”.
I PRIMI EFFETTI DEL CODICE MINNITI
Sono giunti in serata a Lampedusa i 127 migranti che erano a bordo della nave Prudence di Medici senza frontiere. A portarli nell’isola – dopo un trasbordo dalla stessa nave – due imbarcazioni della Guardia Costiera classe 300 uscite a 33 miglia dall’isola fuori dalle acque territoriali. La nave di Msf non è dunque mai arrivata a Lampedusa, secondo quanto si apprende al Viminale, scrive Repubblica, come prevede il codice di regolamentazione delle ong voluto dal ministro Minniti secondo cui le organizzazioni che non lo sottoscrivono ‘sono fuori del sistema di soccorso’.
LA STORIA
Msf è un’organizzazione internazionale fondata a Parigi nel 1971, premio Nobel per la pace nel 1999. Presente oggi in ben 70 paesi, può contare su un esercito di 33900 volontari. Solo il 6% delle attività, si legge nella relazione della gestione del 2016, sono concentrate in Europa, con il 60% delle risorse umane e finanziarie impiegate in Africa. Nonostante ciò, Msf resta un peso massimo fra le ong impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo: può infatti contare su quattro navi, la Dignity I, la Bourbon Argos e l’Aquarius (condivisa con SOS Méditerranée), a cui si è aggiunta nel marzo 2017 la Prudence, 75 m per una capienza massima di 1000 persone. Msf Italia nasce nel 1992 ed oggi opera sotto la presidenza di Loris De Filippi (nella foto), impegnato con l’ong dal 1998, e la direzione di Gabriele Eminente, ex manager della Danone e di Wind (di cui curò la fusione con Infostrada).
LE AZIENDE PARTNER
Trasparenza, apoliticità, rispetto dei diritti umani e soprattutto dell’ambiente. Sono alcuni dei rigidi criteri con cui Msf seleziona le aziende partner. Non sempre messi in pratica alla perfezione, se è vero che la società di consegne DHL Express e Costa Crociere, tra i primi donatori, in passato hanno avuto qualche guaio con l’ambiente. La prima ha pagato nel 2011 una multa da 80.000 dollari all’agenzia per la protezione ambientale dell’Ohio per aver inquinato l’acqua nel Wilmington Air Park. La seconda ha pagato 30.000 euro nel settembre del 2016 al tribunale di Venezia per l’eccesso di zolfo nel carburante, e nel Cruise Ship report del 2016, il rapporto dell’associazione internazionale Friends of Hearth (2 milioni di attivisti), è agli ultimi posti per l’inquinamento tramite scarico di liquami (voto F), inquinamento dell’aria (voto D) e trasparenza (voto F). Alitalia, Gruppo Vegé, Coop, American Express e Wind sono alcuni tra gli altri top-donors dell’ong.
I FINANZIAMENTI
Stando al rapporto sull’attività del 2016, la maggior parte dei proventi deriva da raccolte fondi (nel 2016 il 99,8%, con più di 56 milioni di euro). Una parte consistente proviene dal 5×1000, che nel 2015 (ultimo dato disponibile) ha raccolto più di 9 milioni di euro. Di questi, 1,5 milioni (su un totale di più di 5 milioni di euro) sono stati spesi per le operazioni SAR nel Mediterraneo. Il bilancio del 2016 di Medici Senza Frontiere, verificato da KPMG il 4 aprile 2017, si è chiuso con un attivo di 18.951.181 di euro.
LA ROTTURA CON L’UE
Dal giugno del 2016 Msf ha deciso di non accettare più finanziamenti da fondi europei. La sterzata è arrivata dopo la firma fra l’UE e la Turchia di Erdogan dell’accordo per chiudere la rotta migratoria ad Est, che i volontari definiscono “l’accordo della vergogna”. Così il diritto di asilo, si legge in un comunicato, è stato ridotto “a una mera moneta di scambio per tenere i rifugiati il più lontano possibile dai confini europei”.
06/08/2017