Pdl fermo , PD in movimento
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Niente primarie. Il sipario sulle consultazioni azzurre è calato nel corso della
puntata di Porta a Porta di mercoledì sera con l'annuncio di Maurizio Lupi. Di sicuro non si faranno il 16 dicembre. E quasi altrettanto sicuramente non si faranno mai. Nel day-after del crollo del "sogno" di Angelino Alfano (e Giorgia Meloni, che ancora non si arrende) le dichiarazioni lasciano poco spazio ai ripensamenti. Eccone una breve rassegna. Altero Matteoli: "Penso che non si facciano le primarie, i presupposti sono cambiati". Mariastella Gelmini: "Niente primarie? Sì, l'orientamento è questo. C'è poco tempo e a differenza del Pd non si trattava di primarie di coalizione ma di partito". Michaela Biancofiore: "Per me l'uncio candidato è Berlusconi, in alternativa vedrei solo Franco Frattini". Michela Brambilla: "Le primarie non sono mai state nella nostra tradizionie. Noi stiamo lavorando a un rinnovamento e a un programma che risponda in modo concreto a quanto ci chiede il popolo del centrodestra, che ha sempre seguito il presidente Berlusconi".
La nota di Alfano - Già, Berlusconi. Con lui in campo le consultazioni sono impossibili. Né il 16 dicembre né mai. Ne ha preso atto anche Angelino Alfano, che si arrende dopo aver battagliato negli ultimi giorni per salvaguardare queste consultazioni ad alto rischio-flop. In una nota diffusa nella serata di giovedì 29 dicembre, il segretario spiega: "Ho sentito il presidente Silvio Berlusconi e abbiamo concordato di convocare, la prossima settimana, l'ufficio di presidenza per assumere le decisioni riguardo le primarie e l'assetto migliore da presentare nella prossima campagna elettorale". Poche righe che di fatto ufficializzano la data in cui verrà celebrato il "funerale" delle primarie mai nate: avverrà in un giorno della prossima settimana. Magari proprio a ridosso dell'annuncio del ritorno in campo di Berlusconi (con il suo nuovo movimento? Con Forza Italia? Sempre con il Pdl? Lo scopriremo). E' alta, dunque, la probabilità che il "funerale" delle primarie coincida con il ritorno di Berlusconi e la con il conseguente eclissarsi di Alfano, costretto a cedere nuovamente il passo al Cavaliere. Un'amara parabola discendente, per l'ex Guardasigilli che in veste di segretario ed (ex) delfino ufficiale non è riuscito a dare una sferzata agli azzurri.
I malumori - Il partito è in ebollizione, minato dalle correnti e dalle divergenze di pensiero. E' una netta minoranza, ma c'è anche chi s'arrabbia per le primarie cancellate con un gesto di spugna. E' il sindaco "formattatore" di Pavia, Alessandro Cattaneo: "Deluso? No, sono arrabbiato. Ma voglio ancora sperare". Speranza vana. Poi c'è chi, come Renato Schifani, spiega che "il Pdl è il mio partito e lì intendo restare". Il presidente del Senato aggiunge che la sua "costituente dei moderati", "non era una proposta politica, ma un appello alle forze moderate ad aggregarsi". Peccato però che la fisionomia di questo Pdl debba essere ancora definita: ecco perché forse nemmeno Schifani sa se potrà rimanerci davvero, negli azzurri che saranno. Quindi Maurizio Lupi, l'uomo che, di fatto, ha ufficializzato l'addio alle consultazioni: "Mi dispiace molto che sia andato in scena il miglior spot per il Pd. Mentre Renzi e Bersani si confrontavano su scuola, lavoro e giovani, noi sembravamo marziani che discutevano ancora delle primarie, se farle o no, delle discussioni tra Berlusconi e Alfano".
Reazione Colonnelli Il punto è che la mossa di Alfano non è piaciuta agli ex colonnelli. Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri si sono blindati per ore in ufficio ad organizzare la controffensiva. E' quasi certo che essa consisterà in una scissione. L'operazione di scissione degli ex An dal Popolo delle Libertà sembra ormai una questione di giorni. Ignazio La Russa sembra il più determinato. Maurizio Gasparri è più tiepido e da tempo le tenta tutte per scongiurare la separazione. La grande incognita è Giorgia Meloni chje la la nuova An sarebbe un ottimo acquisto visto i consensi che riscuote. Le frizioni con la ex pupilla di La Russa sono tante ma sarebbero superabili soprattutto davanti a un'offerta di peso. Libero, 30/11