Primarie PDL e Silvio: si cambi o me ne vado
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Berlusconi pronto a uscire dal Pdl e a lanciare la sua lista. L'accusa
ad Alfano: dovevi svecchiare il partito ma comandano i colonnelli. È da via della Scrofa che arriveranno le risorse per pagare le primarie
No, Silvio Berlusconi non la prende affatto bene. Nonostante qualche ora prima avesse congedato Angelino Alfano con un «fate un po' quel che vi pare», l'idea di infilarsi in primarie che considera «inutili» e «costose» proprio non la manda giù. Di Adalberto Signore 23/11
La spuntano gli ex An: primarie Pdl il 16 dicembre
Il segretario ha appena annunciato che si terranno il 16 dicembre e, neanche il tempo di leggere i primi lanci delle agenzie, il Cavaliere è già una furia: «Questo è un suicidio».
Sono una «pagliacciata», ripete ai suoi interlocutori. E per giunta dannosa. Alfano è il senso del suo ragionamento è stato nominato segretario all'unanimità e da questo circo delle primarie ne uscirà solo che indebolito. «Ma che senso ha tutto questo?», insiste. È durissimo il Cavaliere, soprattutto per come è maturata la decisione. Perché aveva chiesto che si slittasse a metà gennaio - giusto per aver il tempo di organizzarle in modo più serio e magari con la speranza che poi alla fine non se ne facesse nulla - mentre gli ex An non hanno voluto sentire ragioni. In mattinata Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri danno ad Alfano l'aut aut: se non si fanno il 16 dicembre noi oggi stesso sciogliamo i comitati in tuo sostegno e ti togliamo l'appoggio. Non solo il sostegno sul territorio, ma anche quello economico. Sono convinti, infatti, che Berlusconi voglia posticipare la data per farle poi saltare e comunque non ci tengono a dare a Giorgia Meloni un mese di tempo in più per fare campagna elettorale. Eppoi se davvero si deve arrivare ad una rottura, è il ragionamento degli ex An, meglio che sia il più presto possibile piuttosto che fra un mese. Così, il segretario alla fine è costretto a cedere, complice anche il problema dei soldi che non è certo un dettaglio. Sul punto Denis Verdini non ci gira troppo intorno durante la riunione a via dell'Umiltà: «La questione finanziaria incombe sul partito». Ancor più chiaro il tesoriere dimissionario Rocco Crimi. «Ecco quanti soldi abbiamo in cassa», dice ad un collega facendo con il pollice e l'indice il segno dello 0. Alfano, insomma, sa che se davvero gli ex An si sfilano la partita rischia di farsi complicata, visto che questo raccontano i rumors è con i soldi che vengono dal patrimonio di via della Scrofa che si copriranno buona parte delle spese delle primarie.
Ecco, è questa una delle cose che Berlusconi pare proprio non mandare giù. Il fatto, si sfoga in privato, che Alfano si sia messo nelle mani degli ex An. E ancora: doveva svecchiare il partito, mandare avanti facce nuove e rinnovare, invece è finita che a comandare sono loro. Lo ripete più volte e a diversi interlocutori. Questo partito affonda ancora è «morto».
Insomma, il Cavaliere continua a pensare a farsi una sua lista. E il nome più gettonato resta non è una novità quello di Forza Italia. Dentro alcuni dei fedelissimi di oggi e il resto tutti nomi nuovi di persone «prestate alla politica». Lo schema è noto, perché sono mesi che Berlusconi va facendo questi ragionamenti. Ora c'è solo da capire se l'accelerazione di Alfano possa in qualche modo aver convinto Berlusconi che i tempi sono maturi. Così fosse, il Cavaliere lascerebbe il Pdl alle sue primarie con tanto di confronto tv su SkyTg24 (che ieri si è proposto) e si dedicherebbe a tempo pieno alla sua nuova lista. «Con gente di cui mi possa davvero fidare», confidava qualche giorno fa in privato.