Renzi e Maroni? Da Oscar Giannino

Giannino premia il rottamatore e Bobo. di Marianna Venturini 

Da quando, a fine luglio, è stato lanciato Fermiamo il declino, il manifesto di Oscar Giannino, sono arrivate più di 25 mila adesioni. Neppure i promotori si aspettavano tante risposte.

Da qualche tempo, il gruppo capitanato dal giornalista, di cui fanno parte anche gli economisti Luigi Zingales, Alessandro De Nicola e Michele Boldrin, ha iniziato a girare l’Italia per diffondere il messaggio di questa nuova forza ultra liberista. Facendosi portavoce di un partito in via di definizione, che può contare sulla complicità della montezemoliana Italia futura.

Per evitare, però, il rischio che i teatri pieni si trasformino in urne vuote, Giannino ripete il suo decalogo a base di «meno Stato e riduzione della pressione fiscale». E se il sostegno economico degli aderenti sarà all’altezza delle aspettative, la macchina organizzativa potrà testare la sua efficienza già in occasione delle elezioni politiche del 2013.

 DOMANDA. State facendo un vero tour elettorale.

RISPOSTA. Siamo un po’ come Fra Galdino cercatore, battiamo tutta l’Italia con eventi pubblici e riempiamo i teatri.

D. Una bella rivincita rispetto al lancio di pomodori di un anno fa.

R. In quel caso i contestatori erano persone che non sapevano nulla di me. Oggi le mie idee sono note e chi segue Fermare il declino lo fa per ascoltare quello che abbiamo da dire.

D. Chi incontrate nelle vostre tappe?

R. Persone che pretendono di capire che intenzioni abbiamo. Loro ci interrogano e noi rispondiamo.

D. E che cosa dite?

R. Spieghiamo i nostri 10 punti, che prevedono a grandi linee meno Stato e la riduzione della pressione fiscale.

D. A che punto è la raccolta fondi?

R. Siamo sotto i 300 mila euro.

D. Si considera soddisfatto?

R. Per una campagna elettorale vera non bastano.

D. I sondaggi, invece, che cosa dicono?

R. Abbiamo un elettorato potenziale intorno all’8%.

D. Vi presenterete alle Regionali di Lombardia e Lazio?

R. Sì, se saranno in concomitanza con le Politiche non avrebbe senso astenersi.

D. E chi avete pensato di candidare?

R. Ancora dobbiamo definire la coalizione.

D. Cioè?

R. Stiamo valutando un’alleanza ampia che parte da Italia futura e si estende a pezzi delle nuove forze civiche.

D. Lei si candiderà?

R. No, io mi sono solo messo a servizio di questo progetto.

D. Anche la discesa in campo può essere intesa come servizio.

R. Di solito quelli che lo dicono vogliono mascherare il fatto che vivono di politica mentre il Paese va a rotoli.

D. Quindi chi schiererete?

R. Ci sarà una squadra di potenziali candidati, persone lontane dai partiti.

D. Qualche nome?

R. Lo ripeto, non li abbiamo ancora definiti.

D. Ci sarà qualche vecchia conoscenza?

R. Nessuna.

D. Eppure qualcuno proverà a riciclarsi.

R. Il nostro criterio prevede l'esclusione dei vecchi politici.

D. Anche lei quindi è per la discontinuità col passato?

R. Sono tutti responsabili del fallimento degli ultimi 18 anni. Il mio non è un giudizio morale ma politico. Ed è inappellabile.

D. A che elettorato guardate?

R. C’è un tasso di astensionismo molto alto e in parte è riconducibile agli errori del centrodestra. Dobbiamo convincere una vasta parte di italiani a seguirci.

D. E cosa dite ai delusi?

R. Che l’Italia si può reggere con un programma e non con la protesta.

D. La disorganizzazione del Pdl vi avvantaggia?

R. Diciamo che l’epilogo della Giunta lombarda assomiglia molto a quello del partito.

D. Della maggioranza del Pirellone però fa parte anche la Lega Nord.

R. Rispetto al Pdl il Carroccio ha avuto il coraggio di cambiare leader e scegliere Roberto Maroni, uno che ha segnato una discontinuità col passato.

D. Insomma tutto il resto è da «rottamare»?

R. Diciamo che le uniche novità che apprezzo nel panorama politico sono Matteo Renzi nel Pd e, appunto, Maroni nella Lega

D. E sono vostri interlocutori?

R. Come più o meno tutti coloro che sono pronti ad ammettere il bilancio fallimentare degli ultimi anni.

Venerdì, 19 Ottobre 2012 – Lettera 43

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