..Dove stiamo andando?

Si cambiano i simboli di partito ma non i dirigenti. C’è qualcuno che può

spiegarci cosa succede e dove stiamo andando?  Partiamo dalla legge elettorale e Governo futuro. Non si sa quanti parlamentari dovremmo eleggere; la legge elettorale con premio di maggioranza attuale voluta dalla destra ora va bene alla sinistra perché è convinta di raggiungere la maggioranza e invece la destra, per ragioni opposte, la vuole cambiare; si vuole le preferenze, ritorno al passato, e non più i due schieramenti contrapposti sulle schede per cui si sapeva almeno per quale governo e guidato da chi si votava. Con  queste probabili  soluzioni, la scelta della maggioranza di governo e il Presidente del Consiglio, sono lasciate  ai parlamentari eletti e quindi gli elettori votano dando loro una  delega in bianco (cose già viste quando i governi duravano 12 mesi e le maggioranze erano le più diverse).Tutto ciò sembra dimostrare che la riforma elettorale ritenuta salvifica per il futuro dell’Italia, non risolve nulla. Governo: Monti o no. Allo stato delle cose Monti è bene in sella perché non risponde ai ministri e ai partiti e alle loro manovre parlamentari di potere. Ciò comunque non ha permesso in questi mesi una azione decisa riformatrice, poter sciogliere nodi in economia , nel lavoro, nella giustizia (intercettazioni che fanno schifo). I partiti hanno perso l’occasione di trasformarsi. L’Europa ci ha tolto sovranità sottolineando la incapacità  delle nostre élite politiche a governare per ammodernare il paese.L’attività del prossimo governo è già delineata, soldi contro riforme ! Il destino della sinistra non si  gioca più sul trovare altre strade alternative alle indicazioni Europee, vedi Spagna che con il governo di sinistra Zapatero ora sta peggio di noi, ma su quali riforme deve impegnarsi per superare la crisi attuale e dare un futuro alle nostre nuove generazioni e non solo. Solo il sindacato CGIL non è d’accordo con il cosiddetto “programma Monti” che non ha oggi  alternative credibili. Dalle urne è convinzione comune che uscirà un sostanziale pareggio di consensi  fra due schieramenti   e che solo un premio di maggioranza può far prevalere uno sull’altro.Ma questo non basterà per governare visto la fine degli ultimi governi Prodi e Berlusconi. Il tutto porta a pensare  che i prossimi 5 anni dovranno essere governati da una larga maggioranza, unendo i due schieramenti che dovrebbero proporre agli elettori quali riforme intendono fare da subito in Italia, non programmi sovietici decennali e onnicomprensivi,  e che non possono non  tener conto delle direttive dell’Europa dalle quali non possiamo derogare se vogliamo uscire da questa crisi. Tutto il resto sembra vecchia politica. Il problema, semplificando, sembra ridursi a chi è per la diminuzione della spesa pubblica con i suoi annessi e connessi, per una politica fiscale seria e non punitiva e liberare così risorse da investire per lo sviluppo; e chi è per imporre patrimoniali o cose simili e lasciare le cose come sono e che hanno determinato nel tempo, tale situazione fallimentare. Il problema è poi chi presiederà tale governo di grande coalizione, coalizioni che in Germania ha dato i suoi frutti in un recente passato. E i poteri che il capo del Governo potrà avere per imporsi sui giochi del parlamentarismo. Monti o Draghi restano i papabili. Ma il gioco che complica la situazione è su chi anche sostituirà Napolitano. Il mio personale augurio è che non sia uno  legato alla politica e agli equilibri politici e di potere degli ultimi anni. CW- 11.9.2012

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