La scure si abbatte sugli enti inutili:
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Finalmente !! via 39 sigle e 400 incarichi. Nella corsa verso i risparmi e
l’eliminazione degli sprechi secondo i dettami imposti dai tempi di "vacche magre", si è arrivati ad una sforbiciata di enti e organismi. Non tutto rientra tecnicamente nei provvedimenti di spending review, molto era già stato avviato dal governo Berlusconi, e anche nelle precedenti legislature, nell’ambito della normativa taglia-enti. Fatto sta che il punto della situazione, ancora per forza di cose soggetto a qualche possibile modifica visto che il decreto sulla revisione della spesa sarà approvato dal Senato domani per poi passare alla Camera, è possibile ricavarlo dal Bollettino dell’attività di controllo parlamentare pubblicato dal Servizio per il controllo parlamentare della Camera.
Nel numero 45 appena pubblicato è possibile ripercorrere la strada fatta finora, oltre ad disporre di una mappa aggiornata delle delle nomine di competenza governativa.
Sono 39 gli enti soppressi o trasformati. Si va da realtà importanti e note come Inpdap (1 presidente e 24 consiglieri) e Enpals (1 presidente e 12 consiglieri) che confluisono nell’Inps (il cui consiglio è integrato di 6 rappresentanti) a entità meno conosciute come, per esempio, la Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari (Ssica, 1 presidente e 17 componenti del Cda). Per non parlare del Banco nazionale di prova delle armi da fuoco portatili e per le munizioni commerciali (1 presidente e 4 consiglieri). Altri quattro enti, tuttavia, sono nati o nasceranno: l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), con un presidente e 6 consiglieri a fronte dei 3 presidenti e complessivi 12 consiglieri degli enti che sostituisce (Agenzia per la protezione dell’ambiente-Arpat, Istituto nazionale per la fauna selvatica, Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare); la nuova Agenzia Ice, che farà capo al ministero dello Sviluppo e si occuperà di promozione all’estero e internazionalizzazione delle imprese italiane; l’Autorità indipendente di regolazione dei trasporti; infine, c’è una quarta agenzia che, ancorchè di nuova istituzione pare già destinata alla soppressione: l’Agenzia per lo sviluppo del settore ippico, ente successore dell’Unire (Unione nazionale per l’incremento delle razze equine). Complessivamente, comunque, in base alla riorganizzazione, sono venute meno le poltrone di 38 presidenti di enti pubblici di nomina governativa (c’era anche un Comitato nazionale italiano per il collegamento tra il governo e la Fao ma il presidente era di diritto il ministro dell’Agricoltura e aveva 7 membri della giunta esecutiva). Sono stati soppressi 364 incarichi di amministratori di nomina governativa. Ci sono, poi, tre enti pubblici non economici traformati per decreto in enti di diritto privato. Il più famoso dei quali è la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, ai quali si aggiungono realtà sconosciute ai più come l’Istituto nazionale di beneficenza Vittorio Emanuele III e l’ente Opere laiche palatine pugliesi. Dovranno finanziarsi tutti con entrate proprie.
Le funzioni di diversi enti soppressi (con relative cariche e, si suppone, conseguenti risparmi) sono state o saranno assorbite da alcuni ministeri: all’Economia l’Istituto di studi e analisi economica (presidente e 8 consiglieri) allo Sviluppo economico va l’Istituto per la promozione industriale (presidente e 4 consiglieri); all’Agricoltura il Centro per la formazione in economia e politica dello sviluppo rurale (presidente e 4 consiglieri). E ancora: ai Beni culturali l’Ente teatrale italiano (presidente e 4 consiglieri) , all’Interno l’Agenzia autonoma per la gestione dell’albo dei segretari e provinciali (presidente e 8 componenti); alle Infrastrutture l’Istituto nazionale per studi ed esperienze di architettura navale (presidente e 9 consiglieri); al ministero del Lavoro l’Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (presidente e 4 componenti). Non soppressi, ma riordinati e razionalizzati (con il venir meno di numerose cariche di nomina governativa) risultano 12 enti complessivi: Agenzia per la sicurezza del volo, Opera nazionale per i figli degli aviatori, Lega navale italiana, Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, l’Aeroclub d’Italia, l’Enac, l’Unione italiana tiro a segno, Istituto agronomico per l’oltremare, l’Istat, la Cassa di previdenza delle Forze armate, il Fondi di assistenza per il personale della Polizia di Stato. Nel computo iniziale figura anche la storica Accademia dei Lincei (anche se risulta modificata solo la composizione del Collegio dei revisori dei conti). In tutto, su questo versante, sono 57 le cariche amministrative di nomina governativa cessate.
Una curiosità: la soppressione degli enti è avvenuta mediante specifica norma di legge che la disponeva. L’originaria normativa taglia-enti, infatti, sarebbe rimasta a lungo di difficile attuazione. Il primo tentativo si è avuto con la legge finanziaria per il 2002, del governo Berlusconi II, poi rinnovato con varianti da Romano Prodi nella Finanziaria per il 2008. Più incisiva la svolta, proprio in riferimento agli enti non economici, con il decreto legge del 25 giugno 2008 del Berlusconi IV, in un’operazione che è andata avanti fino al novembre 2011. E che il premier Mario Monti ha approfondito e accelerato. Luisa De Montis per Il Gornalei 29.7.2012