Arrivati a fine campagna elettorale

Non ho niente contro i due candidati sindaci, ci mancherebbe, se non

rilevare che: a Zambon è mancato quel colpo di reni finale che poteva e doveva segnare non la impossibile rottura con il passato ma un rilancio ideale e politico di una maggioranza che ha segnato positivamente, fra chiari e scuri insiti in una azione amministrativa, gli ultimi 70 anni della città; a Fojadelli che ha creduto che la sua “superbia” politica  e “non appartenenza partitica” potessero essere la chiave di volta per sovvertire una tendenza moderata della città. Fra i due schieramenti le differenze anche programmatiche sono impietose e segnano ancora una volta, come l’alternativa a questa maggioranza sia lontana. Zambon utilizza il potere che ha in mano, qualche forzatura, qualche problema di fondo non affrontato e su questo non incalzato dall’avversario, però sapiente amministrativamente, e preciso anche nel programma dei 100 giorni; Fojadelli, ma dovremmo dire il PD, mai pratico nei pronunciamenti, tipico di chi è all’opposizione: vecchi slogan per prodotti generici.  Questo mi viene leggendo questa mattina il volantino “Cambiare si può con..” Si comincia con “..ci impegniamo a fare subito…(Zambon dice invece 100 giorni). Ci sono 12 punti di questo “fare subito” e di questi almeno 6 si potranno iniziare nell’arco della legislatura, non subito. Non si dice mai “come si faranno” ne ”dove” quelle cose .. La perla è sul turismo: ideare un piano, si scrive: buoni tutti a ideare ma noi elettori avremmo voluto proposte, concretezza. Da una parte che vuole andare a governare dopo anni di opposizione e con la esperienza del suo candidato Sindaco, ci aspettavamo proposte più puntuali e fattibili, lasciamo perdere poi, per amor di patria, quel “abolizione della bolletta Enel”. Per non dire del corteggiamento ai commercianti, dimenticando la centralità del consumatore, del cittadino e delle regole che governano il mercato di mercato. Insomma persa ancora una volta, ma i conti si faranno solo lunedì pomeriggio, la occasione di un cambiamento di guida della Città per mancanza di “preparazione politica adeguata”. Di questi assalti infruttuosi ne ho visti diversi dal dopoguerra ad oggi e ancora una volta il cambiamento è nelle mani della maggioranza, di Zambon, di un nuovo Zambon, dal quale personalmente mi aspetto molto politicamente e culturalmente. Nelle sue mani la riconferma del gruppo fra 5 anni, sperando che il confronto elettorale possa essere, spero esserci, meno casalingo e più impegnato. Che si guardi la luna e non il dito. Ma dipende anche dalla opposizione che dovrà uscire dagli schemi e percentuali di consenso soliti perché alla sua sinistra si scalpita, male ma si scalpita. Speriamo che il PD non gli corra dietro e che i fermenti visti nella comunità non si esauriscano lunedì pomeriggio. CW 18.5.2012

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