Il dipendente è mio e me lo gestisco io!
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Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, ha annunciato che lunedì prossimo andrà nella
fabbrica dell'Alenia (che è di Torino, la sua città) per spiegare in che cosa consiste la riforma del lavoro che il Parlamento si appresta a votare. Contro questa ipotesi si è subito scatenato il segretario della Cgil, Susanna Camusso che ha detto: «Penso che sia un scelta discutibile». E fin qui siamo nella assoluta fisiologia, dato che, in una società libera, tutto è, per definizione, discutibile. Sennonché Camusso non si ferma qui, ma aggiunge: «Veramente molto discutibile». Poi, temendo di non essere capita, precisa che questa decisione gli appare come «una sfida». Al sindacato, è ovvio. Anzi, a dire il vero, solo alla Cgil, visto che Cisl e Uil sinora non hanno ancora fatto una piega al riguardo. La posizione di Camusso risponde a una concezione feudalmente proprietaria dei lavoratori. Costoro, in base a questa visione, costituiscono, se si ha il coraggio di attribuire alle parole il loro significato più vicino ai fatti, una massa indifferenziata e belante che deve essere controllata da vicino, tenendola al riparo dalle perniciose informazioni che vengono dall'esterno e che sono veicolate da persone o organismi non autorizzati a parlare con la massa stessa. I dipendenti di una fabbrica (tra l'altro di una fabbrica complessa e tecnologicamente molto avanzata come l'Alenia) non sono, per Camusso, un insieme variegato di persone, animate da interessi diversi ed espressivo di sensibilità differenti, ma sono solo una massa di manovra. Camusso non tiene conto che questi tecnici e operai specializzati, sulla riforma del lavoro, si sono già fatti più di un'idea, leggendo giornali, guardando la tv, abbeverandosi sulla rete. Non sono più i tempi dei padroni delle ferriere, da una parte e delle masse proletarie e analfabete dall'altra. All'Alenia, i suoi dipendenti dialogano ogni giorno, non solo con l'Italia ma con i loro committenti, fornitori e ricercatori che operano in ogni parte del mondo. I dipendenti di Alenia non hanno quindi bisogno di essere protetti dagli spifferi. Loro, negli spifferi, ci vivono permanentemente. Anzi, dagli spifferi tecnologici e di mercato, essi traggono ogni giorno, suggerimenti per fare meglio il loro lavoro e per tutelare meglio il loro posto di lavoro. Oltretutto, a che titolo Camusso può pensare di disporre delle scelte dei lavoratori di Alenia visto che i suoi iscritti, che poi, a essere precisi, sono gli scritti alla Cgil (che ovviamente non la pensano tutti allo stesso modo) non costituiscono nemmeno la maggioranza dei dipendenti di Alenia? Cgil non può pensare di ingabbiare i lavoratori. Siamo nel 2012 e la libertà è un fatto acquisito. Per tutti. Per fortuna.
di Pierluigi Magnaschi ItaliaOggi 20.4.2012