I volontari del jihad delusi dallo Stato Islamico
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Askanews – Un viaggio nell’inferno dello Stato Islamico (Isis) tra gli ‘schiavi’ della Jihad che vengono utilizzati come kamikaze anche quando questo gesto estremo “non è necessario”.
di Redazione AD 18 febbraio 2015, pubblicato in Analisi Sicurezza
E’ il tema affrontato in una inchiesta pubblicata dal sito marocchino “Magharebia” che parla dell’agenda segreta del Califfato islamico riservata ai giovani Nord africani che partono in Siria e Iraq per combattere nelle file dell’organizzazione terroristica.
Una inchiesta giornalistica che ripercorre tutte le fasi di un “viaggio senza ritorno” di giovani maghrebini, anche minorenni, reclutati dall’Isis anche per azioni suicide in Libia come nel caso del giovane tunisino Abu Ibrahim al Tunisi che lo scorso 28 gennaio si è fatto saltare per aria, con altri tre kamikaze, in un hotel di lusso di Tripoli uccidendo 11 persone.
Il sito, sottolinea la particolare attenzione riservata dall’organizzazione terroristica ai giovani nordafricani, e ricorda come in un messaggio audio diffuso dal “califfo” Abu Bakr al Baghdadi, lo scorso 20 gennaio, ha invitato i “fratelli ovunque si trovino, siano essi in Libia, Mali o Algeria” di aderire al suo Califfato “per diventar una parte della società”. Un invito preceduto, tre giorni prima, da un altro appello nel quale lo stesso al-Baghdadi ha chiesto ai giovani africani, in particolare in Tunisia e Marocco, di partire per lo “Stato islamico in Libia”.
“Se queste reclute sapessero davvero cosa l’Isis ha in mente di fare di loro, non sarebbero mai usciti da casa”, scrive al Magharebia, che riporta quando riferito da giovani reduci dai “viaggio della morte” secondo i quali “l’Isis tratta i giovani nordafricani come schiavi, li utilizza nelle operazioni suicide e uccide chiunque osa ribellarsi o fuggire”.
Uno di questi giovani è stato identificato sui siti web jihadisti solo come Abu Ibrahim al-Tunisi. Fu mandato in missione suicida in Libia dove è morto lo scorso 28 gennaio nell’assalto al Hotel Corinthia di Tripoli.
Per gli esperti di terrorismo locale citate dal sito, lo Stato islamico è pronto a lasciarli morire, anche quando la morte non conduce a nulla, Ad esempio, nella città curdo-siriana di Kobane dove il Califfato nero ha usato “come carne da macello, un’infinità” di giovani nordafricani anche quando era chiaro che non avrebbero mai preso la città. Cosa porta giovani di età inferiore ai 15 di morire per questo gruppo?
“La Disperazione”, afferma Said el Charki, un insegnante in Beni Mellal in Tunisia, per il quale partire per la Jihad è spesso “una via d’uscita dalla povertà per i poveri, che sono attratti dalla propaganda dei terroristi che promettono loro alti stipendi, bottini delle battaglie vinte oppure dalla prospettiva