Manuale di conversazione Amori non corrisposti
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Come fare bella figura in salotto senza sapere quel che si dice
Tutti ne abbiamo avuto qualcuno, qualcuno ne ha avuti molti. Ergo: non fatevi trovare impreparati
di Andrea Ballarini | 13 Febbraio 2015 ore 06:18 IlFogli
- Una delle più evidenti prove che la perfezione del creato è largamente sopravvalutata.
- Ricordare quando, a scuola, piacevate solo a quelle/i che non vi piacevano, mentre spasimavate solo quelle/i che non vi degnavano neppure di uno sguardo. Constatare che è accaduto a tutti e, di seguito, interrogarsi sullo scopo cosmico di tutta quella sofferenza. (Vedi seguente)
- In gioventù avere a più riprese tentato di empatizzare con le compagne di classe a cui piacevate e che non vi piacevano. Essersi anche ripromesso di cedere alle loro avances, ma non esserne mai stati capaci. Rammaricarsene.
- Se lei/lui non vi vuole, significa che non vi merita. Benché la frase sia stata ripetuta infinite volte da amici e parenti di cui pure si ha stima, stupirsi di come non vi abbia mai nemmeno sfiorato il dubbio che non fosse una limpidissima cazzata.
- Affermare con dolente consapevolezza come l’aspetto peggiore sia che, dopo un certo numero di amori non corrisposti, ci si convince che quella sia la situazione naturale. Parlare delle ripercussioni negative sull’autostima. Evitare di assumere i toni della posta del cuore delle riviste femminili.
- Le commedie romantiche sono del tutto irrealistiche e, pertanto, molto meglio congegnate della vita: lì, si sa dal primo fotogramma che i due che all’inizio del film si detestano, alla fine si metteranno insieme; al contrario nella vita i due il più delle volte continuano a trovarsi reciprocamente insopportabili. (Vedi seguente)
- Le commedie romantiche americane prevedono senza meno che nel finale il protagonista maschile faccia una dichiarazione d’amore molto imbarazzante di fronte a una folla e che lei, invece di trattarlo da mentecatto, lo ami. Ritenere che siano responsabili delle peggiori figure di merda della storia dell’umanità.
- Checché ne dica molta letteratura deteriore, le sofferenze sentimentali non fanno perdere neppure un etto. Dolersene.
- Avere sempre una vecchia zia che non si è mai sposata a seguito di una delusione d’amore in giovane età.
- Constatare con amarezza che il trascorrere degli anni non rende più abili nel corteggiamento, ma solo più lesti nel cogliere i segnali del fallimento dello stesso.
- Avere un amico che non si innamora mai, ma che non se ne lascia sfuggire nemmeno una. Provare un curioso misto di ammirazione e disprezzo.
- Ricordare con immutabile dolore quelle sciagurate volte in cui avete tentato di baciarla/o e lei/lui ha scostato la testa. Avere improvvisamente compreso come la distanza tra felicità e disperazione sia questione di pochissimi centimetri.
- Chiunque abbia detto: “È stato meglio lasciarci che non essersi mai incontrati” si è lanciato in un’affermazione perlomeno opinabile. Convenirne.
- Il punto di non ritorno dell’abrutimento si supera quando si comincia a consultare compulsivamente oracoli vari, dall’I-Ching fino all’oroscopo di Branko, alla ricerca di vaticini favorevoli. Stigmatizzare. (Vedi seguente)
- In caso di responso negativo consolarsi con il fatto che tanto è solo un oracolo; in caso di responso favorevole deprimersi per via del fatto che tanto è solo un oracolo. Deprecare in entrambi in casi.
- Qualora ci si innamori del/la proprio/a collega o, peggio, del proprio capo, molestare gli amici con reiterate richieste di pareri sul comportamento da tenere e, alla fine, dopo essersi lucidamente convinti/e che non bisogna mai mescolare lavoro e affetti, inguaiarsi lo stesso.
- Amore? Forse col tempo, conoscendoci peggio. (Ennio Flaiano)