Senza la copertura del Nazareno Renzi nuota
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in una vasca di squali. Pare che ora Matteo Renzi abbia scelto di puntare su quella costituita dal Partito democratico attorniato da vari «cespugli», cioè da raggruppamenti parlamentari nati da scissioni o da accordi individuali
di Sergio Soave, Italia Oggi 7.2.2015
Tra le varie maggioranze che si sono viste in opera negli ultimi mesi, pare che ora Matteo Renzi abbia scelto di puntare su quella costituita dal Partito democratico attorniato da vari «cespugli», cioè da raggruppamenti parlamentari nati da scissioni o da accordi individuali, chiamati a contribuire al passaggio dei provvedimenti ma poco titolati per condizionarne i contenuti. Anche il Nuovo centrodestra di Angelo Alfano, anch'esso uscito da una scissione del gruppo di Forza Italia ma che aveva in un recente passato ottenuto qualche successo nelle negoziazione programmatica, soprattutto sulla riforma del diritto del lavoro, ora pare ridotto alla condizione ancillare, che provoca risentimenti e ribellioni, che sono la conferma di una condizione strutturalmente subalterna. Si direbbe che a Renzi è riuscito, alla fine, il gioco che aveva tentato senza successo Pierluigi Bersani, ma se è così, questa manovra corre gli stessi rischi di insabbiamento che costrinsero alla rinuncia Bersani, che fu battuto soprattutto per le defezioni interne al suo partito. Abbandonando la controgaranzia fornita dal patto del Nazareno e cioè del soccorso azzurro sulle tematiche di carattere istituzionale, Renzi deve ottenere il completo consenso, anche nelle votazioni a scrutinio segreto, dei parlamentari democratici, il che dovrebbe essere assai più arduo del previsto. Inoltre il carattere un po' estemporaneo della maggioranza costruita con il taglia e incolla non si trasferirà facilmente nell'elettorato popolare, che comunque sarà chiamato a pronunciarsi sulle riforme costituzionali in un referendum senza quorum obbligatorio. C'è chi dice che Renzi abbia deciso la rottura del patto con Silvio Berlusconi proprio perché i suoi sondaggi gli facevano ritenere che una campagna contro la costituzione del Nazareno avrebbe portato a una maggioranza di voti negativi nel referendum. Se anche fosse così, non si capisce perché quello stesso testo che era stato in sostanza concordato con Forza Italia, sarebbe ora destinato invece a fare il pieno dei consensi a sinistra. Non sembra che si possa trasferire lo schema adottato con una certa furbizia e un buon successo nell'elezione di Sergio Mattarella nella battaglia per le riforme della Costituzione. L'elezione del presidente, riservata a grandi elettori, si poteva gestire con manovre complesse, senza contare che sulla persona del candidato proposto non esistevano preclusioni da nessuna parte. Approvare una modifica dei meccanismi costituzionali e farla approvare da una maggioranza attiva di cittadini è tutto un altro paio di maniche e non sembra che Renzi si renda conto dei problemi che comporta.
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