Il Tesoro dei consulenti inutili. Il caso del Consiglio

tecnico-scientifico degli esperti, che resiste indisturbato da 17 anni

5 febbraio 2015 di Stefano SansonettiInchieste. La notizia

di Stefano Sansonetti

Resiste dalla bellezza di 17 anni. Cosa faccia, nella realtà di tutti i giorni, non è che sia proprio chiaro. Una giustificazione formale, naturalmente, c’è. Ed è segnalata sul sito del ministero dell’economia, dove si legge che “il Consiglio tecnico-scientifico degli esperti opera presso il Dipartimento del Tesoro , con il compito di svolgere attività di elaborazione, di analisi e di studio”. Parliamo di quello stesso Dipartimento in cui operano otto direzioni generali, dalle quali dipendono 62 uffici dirigenziali. Tutto questo, però, non deve essere sembrato sufficiente. E così, nel superministero da un anno guidato da Pier Carlo Padoan, continua a operare il non meglio precisato Consiglio tecnico scientifico. Dalle tracce reperibili presso il Dipartimento del Tesoro, che dai tempi di Mario Monti è affidato alle cure di Vincenzo La Via, si apprende poi che l’organismo è diviso in due sottostrutture.

LE DUE GAMBE

Innanzitutto c’è un Collegio tecnico-scientifico, con funzioni di consulenza “in materia di programmazione economica e finanziaria”. Nei suoi ranghi vengono segnalati quattro “consulenti”: Gloria Bartoli (compenso di 36.150 euro), Maria Martoccia (44.044 euro), Claudia Nanni (49.800) e Filippo Maria Pericoli (42.861). Nel caso della Nanni l’incarico risulta scaduto a fine 2014 (con inizio dal 1° luglio dello stesso anno), mentre in quegli altri la scadenza è fissata il 14 agosto 2015 (anche se la decorrenza varia dall’ottobre 2012 al gennaio 2013). L’altra gamba dell’organismo, invece, si chiama “Collegio degli esperti”, che compie studi e formula proposte “per la definizione degli indirizzi di politica finanziaria”. Ne fanno parte 3 persone: Ayumi Kikuchi (49.783 euro di compenso), Lucio Landi (49.484) e Giovanni Majnoni D’Intignano (a titolo gratuito). In questi casi gli incarichi dei due che percepiscono il gettone risultano scaduti a fine 2014, con decorrenza dal 1° gennaio dello stesso anno.

LA STRUTTURA

Possibile che a 17 anni dalla costituzione (1998), ovvero un’altra era nella gestione del Mef, questo Consiglio tecnico-scientifico degli esperti sia indispensabile? Anche perché, come detto, il Dipartimento di La Via già si compone di 8 direzioni con altrettanti dirigenti di prima fascia lautamente pagati: Lorenzo Codogno all’Analisi economico-finanziaria (182mila euro), Maria Cannata al Debito pubblico (185mila euro), Carlo Monticelli ai Rapporti finanziari internazionali (182mila), Alessandro Rivera al Sistema bancario (182mila), Giuseppe Maresca all’Antiriciclaggio (187mila), Antimo Prosperi alle Operazioni finanziarie (185mila), Francesco Parlato a Finanza e privatizzazioni (182mila) e Bruno Mangiatorti alla Valorizzazione del patrimonio dello Stato (183mila). Da queste direzioni dipendono poi ben 62 uffici dirigenziali. Il tutto ricondotto sotto il controllo di La Via (240mila euro di compenso annuo). Rebus sic stantibus, a che serve un “Consiglio tecnico-scientifico degli esperti”?

Twitter: @SSansonetti

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