Se il Vandanashivaismo diventa materia scolastica
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La scuola italiana non è messa per niente bene, la preparazione dei nostri alunni è sotto la media europea. E' davvero necessaria l'educazione ambientale a scuola?
di Giordano Masini | 20 Gennaio 2015 ore 17:29 Foglio
Il problema non è tanto se l’ora di educazione ambientale, che dall’anno prossimo sarà obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle materne alle superiori, sarà o meno l’occasione per impartire nozioni di fuffologia e “vandanashivismo” nelle classi. Lo sarà, ne siamo certi, ma il punto non è quello, o almeno non è solo quello.
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Il punto è che la scuola italiana non è messa per niente bene. Quando si confronta la preparazione media degli studenti italiani con quella degli studenti degli altri paesi sviluppati (vedere ad esempio l’indagine Piaac dell’Ocse sulle competenze dei cittadini adulti di 24 paesi), emerge che ai nostri studenti non viene fornito un bagaglio di conoscenze adeguato al mondo nel quale cresceranno e lavoreranno. Gli adulti italiani risultano essere gli ultimi nei paesi dell’area OCSE per competenze linguistiche e i penultimi in matematica, e il dato sulla preparazione dei giovani usciti dalla scuola superiore (siamo i terzultimi) indica che il responsabile principale è proprio la scuola.
Di più, abbiamo un’altissima percentuale di lavoratori “under-skilled”, ovvero di lavoratori che non dispongono delle competenze adeguate a svolgere correttamente il loro lavoro. Un quadro sconfortante.
Chiaramente non è solo un problema di tempo trascorso sui banchi ma, in mancanza di interventi che migliorino la qualità dell’offerta formativa della scuola italiana e in attesa (campa cavallo) di introdurre sistemi di valutazione del lavoro degli insegnanti, togliere un’ora di tempo allo studio delle altre materie, quelle in cui siamo così deficitari, significa peggiorare la situazione. Ce n’è davvero bisogno?
Sempre che l’ora in questione venga sottratta alle altre materie. Ma se anche venisse aggiunta un’ora nuova di zecca all’orario scolastico, il problema sarebbe identico. Si può stare a scuola un’ora di più? Il livello di preparazione dei nostri studenti suggerirebbe che quell’ora dovrebbe essere dedicata allo studio della fisica, della matematica o di una lingua straniera, piuttosto che dell’educazione ambientale. Stesso discorso se l’educazione ambientale sarà, come pare che avverrà in un primo momento, una sorta di insegnamento interdisciplinare che dovrà, in qualche modo, infilarsi nel programma delle altre materie.
Questo non significa che l’educazione ambientale sia una materia inutile in sé. Non lo è, o quantomeno non lo sarebbe se il modo in cui la cosa viene in questi giorni presentata non avesse un sapore così forte di indottrinamento ideologico a buon mercato. Così come non sarebbe inutile lo studio di molte altre discipline. Ma prima di pensare all’arredamento sarebbe il caso di fare in modo che l’edificio stia in piedi (a proposito di “sostenibilità”), e oggi come oggi sembra prossimo al collasso.