Lettere al Direttore Il Foglio 2.1.2015
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Tsipras negozierà con Berlino e Gribbels con i suoi dissidenti
1-Al direttore - I malati guariti dall’ebola non devono fare sesso per almeno tre mesi. Secondo Kasper, ce n’è abbastanza per dichiarare nullo il matrimonio.
Maurizio Crippa
2--Al direttore - “Finalmente se ne va”: è l’addio di Sallusti a Napolitano. Capisco il berlusconismo militante e l’anticomunismo un po’ rétro, ma mi pare una reazione ingenerosa. Napolitano è stato un capo dello stato abile e leale, che in una fase caotica per il paese ha dato prova di equilibrio. Certo, mi fece imbestialire quando, appena insediato il governo tecnico di Monti per risolvere i dossier economici, invocò una legge per riconoscere la cittadinanza (italiana, dunque anche europea) ai bambini nati in Italia da genitori immigrati, la cui assenza definì (con inusitata durezza) “autentica follia”. Appello inascoltato, per fortuna nostra e delle centinaia di potenziali vittime di ulteriori “viaggi della speranza”.
Daniele Montani
3-Al direttore - Mi chiedo se durante il discorso del presidente Napolitano di fine anno saranno un po’ fischiate le orecchie a Salvini e a Gribbels.
Roberto Carletti
4-Al direttore - 58 miliardi. Secondo il Sole 24 Ore tanto ha pagato l’Italia per sostenere i piani di salvataggio europei di paesi come la Grecia. Adesso Hans Michelbach, presidente della commissione Finanze del Parlamento tedesco, ha dichiarato che se i greci non volessero pagare i loro debiti non sarà un problema per la Comunità europea perché ormai non sussiste più l’esposizione dello stato Grecia verso le banche, ma solo verso gli stati membri che hanno tirato fuori i soldi.
Ma quali erano le banche esposte per 150 miliardi verso la Grecia? Erano quasi solo le banche tedesche. In sostanza qual è la storia? Che noi abbiamo regalato dai 12 ai 15 miliardi alla Germania per tenere in piedi le loro banche. Ma questo non è sufficiente per mandarli a fanculo?
Claudio Baleani
5-Al direttore - Il Foglio, anno 1 numero 3, 1° febbraio 1996. Intervista a François Furet. La sintesi: “L’anima della modernità è il dominio dell’economia sulla politica. Comunismo e fascismo hanno cercato di rovesciarlo e si sono conclusi tragicamente. Nessuna illusione, il mondo continuerà ad essere dominato dai rapporti di forza. E’ perciò urgente costruire una potenza economica europea”. Questo presupponeva un’unità politica dell’Europa, orientata decisamente o a produrre una supremazia della politica, o a far suo il ruolo di accompagnatrice attenta dell’economia e della sua globalizzazione. Non è riuscita a fare niente: né unità politica né una posizione comune nei confronti dell’economia. L’unica nazione che ha intrapreso con preveggenza e coraggio la strada dell’accompagnatrice attenta è stata la Germania.
Moreno Lupi
6-Al direttore - La “vera storia di D’Alema”. Si dice, si sussurra, si scommette che Prodi potrebbe diventare il prossimo presidente della Repubblica. Con la grazia incorporata per Berlusconi. A questo punto e con questo incubo non sarebbe meglio D’Alema? Almeno con lui sapremmo di che morte, virtuale, moriremmo.
Maria Pia Banchelli
7-Al direttore - “Europa pazza, sazia e disperata”. Non so se ho voglia di assistere alle contorsioni dei listini Tsipras.it quando Tsipras farà digerire il rospo agli elettori.
Guido Valota
Gribbels ha già attaccato il tradimento di Tsipras, che non vuole più uscire dall’euro. Nella moneta unica la Grecia deve cercare di assomigliare ai tedeschi, con la dracma i tedeschi se la comprano a prezzi di risulta.
8-Al direttore - Bravo Osborne. A questo punto mandiamo Renzi e Padoan a lezione dal Cancelliere dello Scacchiere. Solo che in economia oltre a Smith, ci vuole anche Keynes.
Giovanni Attinà
Qui abbiamo sempre pensato che si può governare in deficit, a patto che le spese e le tasse decrescano, e che l’economia sia aperta agli investimenti dei mercati mondiali. A occhio e croce è quello che ha realizzato la Gran Bretagna di Osborne e Cameron, e il risultato è una crescita sbalorditiva e un accumulo di posti di lavoro da far invidia a tutte le nazioni occidentali, Stati Uniti compresi.