I franchi tiratori sono già appostati sotto il Quirinale

I bookmakers internazionali puntano su Giuliano Amato (viene dato 1 a 6)

come favorito nella corsa per il Quirinale. Dopo di lui i favori vanno a due donne, Anna Finocchiaro e Roberta Pinotti (1 a 7,5), seguite da Pier Carlo Padoan, Massimo D'Alema, Pietro Grasso, Emma Bonino. Le scommesse sul totoQuirinale fioccano perché il pronostico è difficilissimo. Ben pochi sono disposti a scommettere sulle elezioni per la Casa Bianca che vedono in lizza praticamente due soli candidati, e le quote (di conseguenza) sono ridicole. Matteo Renzi ha indicato la strada giusta per l'elezione: scegliere un candidato in grado di raccogliere la più ampia maggioranza possibile. Ma il presidente del Consiglio è terrorizzato dall'ipotesi che si ripeta quel che accadde nell'aprile dello scorso anno, quando un centinaio di parlamentari del Pd silurò le candidature di Franco Marini e di Romano Prodi. I franchi tiratori rappresentano una tradizione nell'elezione dei presidenti della Repubblica. Nel 1955, la Dc (di cui era segretario Amintore Fanfani) candidò alla presidenza Cesare Merzagora, che era allora presidente del Senato, ma molti grandi elettori democristiani votarono contro, e alla fine fu eletto Giovanni Gronchi. Nel 1964 la Dc designò Giovanni Leone, ma alla fine risultò eletto Giuseppe Saragat. Nel 1971 la vittima dei franchi tiratori fu Amintore Fanfani, costretto ad arrendersi di fronte a Giovanni Leone, a causa della ribellione dei parlamentari del partito di maggioranza. Nel 1978 Sandro Pertini fu eletto perché la rappresentanza parlamentare del suo partito, il Psi, era piuttosto esigua. Bettino Craxi non nascose mai la sua perplessità di fronte alla candidatura del bizzoso compagno di partito. L'ultima vittima dei franchi tiratori fu, nel 1992, Arnaldo Forlani, costretto alla rinuncia. Fu Oscar Luigi Scalfaro a essere eletto da un parlamento sconvolto dall'assassinio di Giovanni Falcone. Se Renzi riuscirà a imporre la disciplina nel Pd, potrà ottenere l'elezione di chiunque. In caso contrario, gli servirà comunque l'appoggio di Forza Italia. Da questa realtà di fatto dipende il nome del prossimo capo dello Stato. Con buona pace dei bookmakers e delle loro quotazioni.

© Riproduzione riservata Italia Oggi 29.12.2014, di Massimo Tosti  

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