Cercansi impiegati massimo 30 anni?

Proibiti i limiti di età negli annunci

Sentenza della Corte di giustizia europea stabilisce l'illegittimità delle soglie anagrafiche nei concorsi. In Italia non tutti la rispettano

WALTER PASSERINI La Stampa

Cercasi centralinista, massimo di 30 anni. Cercasi coordinatrice di segreteria tra 38 e 45 anni. Cercasi autista massimo di 50-55 anni. Queste inserzioni non le vedrete più. Almeno così dice la legge. Porre limiti anagrafici alle ricerche di lavoro è illegale. Eppure sappiamo quante infrazioni vengono compiute, anche da istituzioni pubbliche, che continuano a pubblicare ricerche e bandi con i limiti di età bene in evidenza. La materia è stabilita in Italia dal decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216, che recepisce una Direttiva europea addirittura del 1978, ma ora è la Corte di giustizia europea a ribadire il concetto, questa volta nel settore pubblico. La sentenza è stata depositata la scorsa settimana e riguarda i limiti di età per un concorso spagnolo riservato ad agenti di polizia municipale e stabilisce, se ancora ve ne fosse bisogno, l’illegittimità delle soglie anagrafiche nel mondo del lavoro, pubblico e privato. Tutto nasce da un ricorso che un cittadino spagnolo ha posto contro un bando di concorso che stabiliva a 30 anni il limite anagrafico di partecipazione per un posto di agente di polizia locale, oltre al superamento di determinate prove. La Corte di giustizia di Lussemburgo gli ha dato ragione e la sua sentenza-principio farà giurisprudenza in tutti i paesi della comunità europea, quindi anche in Italia, paese molto refrattario a rispettare le politiche di pari opportunità. Se proprio si vogliono stabilire dei limiti di età d’ora in avanti questi devono essere giustificati da dati scientifici utili a dimostrare l’assoluta necessità dei limiti stessi. Anche se, come nel caso trattato, per un agente di polizia si tratti di manifestare capacità di usare la forza fisica per l’esercizio della sicurezza, ciò non giustifica che una persona anche più avanti negli anni non ne sia ugualmente capace. Insomma, i limiti di età sono un criterio eccessivo e, soprattutto, discriminatorio, punitivo nei confronti di altri cittadini titolari delle medesime capacità a prescindere dall’età.  

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