Difendiamoci dagli euroladri!

Ve lo abbiamo raccontato sul Giornale:

c’è un piano segreto della Commissione Ue e della Bce per replicare il sistema-Cipro in caso di eventuali salvataggi bancari nell’area euro. Saranno penalizzati prima gli azionisti delle banche, poi i detentori di obbligazioni e, infine, i correntisti. La volontà europea, che coincide con quella della Germania, è far sì che i singoli Stati non ci rimettano una sola moneta per assistere le banche in caso di default. Pagherà chi ha investito capitale di rischio in quelle società e anche i risparmiatori perché il deposito altro non è che un prestito che il cittadino fa alla banca. Alla faccia di chi sostiene che il risparmio è sacro e non si tocca. Se lo vuole Frau Merkel, anche i nostri conti correnti sono depredabili.

Poiché quanto accaduto ai ciprioti è destinato a ripetersi in futuro vi ripetiamo perciò le raccomandazioni che vi abbiamo rivolto l’anno scorso con l’aiuto degli esperti Corrado Caironi e Michele de Michelis. Se l’Europa dovesse mettere le mani sul vostro conto corrente o se volete evitare che possa infilarle, esistono delle alternative:

Investite in un fondo. Il patrimonio delle Sicav è segregato, cioè il denaro che le viene affidato è conservato presso banche depositarie. Sceglietene uno che abbia la banca depositaria di un Paese esterno all’Unione Europea (tipo Svizzera, Principato di Monaco, ecc.) e tirate un sospiro di sollievo.

Lasciate perdere le obbligazioni. I default bancari, salvo i casi di mala gestio che non si possono mai escludere, sono spesso determinati da un’implosione del ciclo macroeconomico. Indi per cui, se comprate un titolo di Stato dell’Eurozona, è facile che in quella situazione si svaluti. Se comprate un’obbligazione societaria, sempre di Eurozona, potrebbero essere alle viste ristrutturazioni del debito da tutte le parti.

Lasciate perdere le polizze vita. È vero che sono impignorabili e sono un ottimo modo per trasmettere patrimonio agli eredi. Ma quasi sempre la banca depositaria è in Eurolandia: pagherebbero un prezzo salatissimo e poi l’ultima legge di Stabilità le ha tassate a manetta alzando l’aliquota sui rendimenti al 26% per la parte che eccede il capitale, cioè gli eredi (al decesso del sottoscrittore) o, in caso di riscatto anticipato, il contraente dovrebbero versarla.

Non giocate con i derivati e gli hedge fund. Tanto le società che vendono strumenti complessi quanto quelle che gestiscono i fondi che operano a leva operano con banche depositarie di Paesi con tassazione sui capital gain molto bassa. Possono sfuggire quindi all’haircut sui conti correnti. Ma se non siete esperti e non avete un buon consulente con questi investimenti rischiate di farvi malissimo.

Poiché per scegliere adeguatamente un comparto di una Sicav è necessario essere aggiornati sull’asset allocation del momento, vi proponiamo i suggerimenti di Bnp Paribas per novembre.

In bocca al lupo! Ne abbiamo bisogno.

Wall & Street

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