FARSA ITALICUM ADDIO: RENZI VUOLE IL PREMIO
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DI MAGGIORANZA ALLA LISTA - COL NUOVO SISTEMA
SOGLIA DI SBARRAMENTO AL 3%: OK DA NCD - FI IN FIBRILLAZIONE: “PARLARE DI PREMIO DI LISTA SIGNIFICA PARLARE DI LISTA RENZI E DI MORTE DEL PD”
21 OTT 2014 11:23 Dago Spia
Dentro Forza Italia, dietro a Fitto, cresce l’opposizione di quanti vedono nella riforma l’ennesima conferma di un partito in liquidazione che il Cav vuole mantenere solo per tutelare gli interessi Mediaset. Ma anche nel Pd molti temono una legge che potrebbe dare potere assoluto al segretario...
Francesco Bei per “la Repubblica”
«Dobbiamo semplificare tutto, anche il sistema politico», è il dogma di Renzi. Primo turno: si presentano i singoli partiti, addio alle coalizioni. Secondo turno: l’elettore sceglie fra le prime due liste chi deve governare. Un premio di maggioranza spinge il vincitore fino al 55 per cento dei seggi. Una leva potente verso un sistema imperniato su due grandi partiti. È questo il modello su cui stanno lavorando, su indicazione del premier, Lorenzo Guerini e Maria Elena Boschi. Berlusconi, attraverso Verdini, ne è stato informato e non ha detto di no. Anzi.
Ma il sistema, anticipato nei giorni scorsi da Repubblica e confermato ieri da Renzi in Direzione, è molto distante dal vecchio Italicum concordato nel patto del Nazareno. Quello si basava su due coalizioni, centrodestra e centrosinistra, che avrebbero marginalizzato il M5S. Il nuovo Renzellum invece è figlio dei tempi nuovi, prende atto della liquefazione del centrodestra e della nuova “vocazione maggioritaria” del Pd.
Come rivela il professor Roberto D’Alimonte, uno degli architetti di quel lontano accordo, «nessuno allora sollevò mai l’idea di dare un premio alla lista, sempre si parlò di coalizioni. I problemi con Berlusconi riguardarono semmai le soglie di sbarramento e quella per aggiudicarsi il premio di maggioranza». Insomma, la novità del premio di lista si è materializzata successivamente, circa un mese fa, nell’ultima riunione a palazzo Chigi tra Berlusconi e Renzi (con Guerini e Verdini).
E il Cavaliere, parlando davanti all’ufficio di presidenza di Forza Italia, ha fatto intendere sorprendentemente di considerarla ormai come cosa fatta: «Renzi chiederà una modifica all’Italicum e noi probabilmente gliela dovremo votare». Una frase a cui lì per lì pochi diedero importanza, distratti dall’epico scontro tra il leader e Raffaele Fitto. Ma intanto il progetto continuava a crescere e a fare proseliti. Da ultimo anche Angelino Alfano. Apparentemente l’Ncd avrebbe tutto da perdere da una modifica che premia i primi due grandi partiti.
E tuttavia gli sherpa renziani hanno spiegato agli esperti Ncd che anche i piccoli avrebbero una convenienza dal nuovo sistema. È vero che non sarebbe prevista la possibilità di apparentarsi fra il primo e il secondo turno e quindi di partecipare alla spartizione del premio di maggioranza. Ma i “piccoli” si gioverebbero di un drastico abbassamento delle soglie di sbarramento.
Il Renzellum non avrebbe più bisogno di quel complicato groviglio di tagliole - 12%, 8%, 4,5% - previste nell’Italicum e sarebbe introdotta un’unica soglia di ingresso al 3% per impedire un’eccessiva frammentazione. Tutti contenti quindi? Non proprio. Dentro Forza Italia, dietro a Raffaele Fitto, cresce l’opposizione di quanti vedono in questo passaggio l’ennesima conferma di un partito in liquidazione.
Che Berlusconi vuole mantenere solo come lobby per tutelare gli interessi Mediaset anche in futuro, lasciando che Renzi si prenda i suoi elettori. Ma anche nel Pd molti temono una legge che potrebbe dare potere assoluto al segretario. «Parlare di premio di lista - ha twittato ieri la forzista Laura Ravetto - significa parlare di Lista Renzi e di morte del PD. Che lui davvero riesca dove noi solo parzialmente riuscimmo?».