L’etologo: “L’orsa Daniza non è pericolosa”

Secondo l’esperto «per considerare “deviante”

un comportamento animale deve esserci una aggressione non motivata che avviene al di fuori dell’habitat naturale»

ANSA 25/08/2014

Il comportamento dell’orsa Daniza, che a ferragosto ha ferito un cercatore di funghi in Trentino, «è perfettamente normale, e non è affatto indice di pericolosità dell’animale». È il parere dell’etologo Roberto Marchesini contenuto in una relazione consegnata da alcune associazioni ambientaliste al ministero dell’Ambiente.

Secondo l’esperto, «per considerare “deviante” un comportamento animale deve esserci una aggressione non motivata che avviene al di fuori dell’habitat naturale, mentre nel caso dell’orsa queste condizioni non si sono verificate. Cercare funghi è ovviamente un’attività che porta l’essere umano a frequentare luoghi silvestri dove è possibile entrare in rapporto con gli animali che vi dimorano sulla base di precise esigenze ecologiche - scrive l’esperto - come peraltro compreso dai piani di reintroduzione. Sia chiaro: se si mette in discussione questo punto è lo stesso progetto di reintroduzione che decade’’.

Più che l’allontanamento delle specie, continua Marchesini, sarebbe utile dare informazioni corrette sui comportamenti per chi si inoltra nei loro territori. «È certo che l’incontro debba aver avuto quel margine di sorpresa che si presta a essere equivocato da una mamma che sente come primo obbligo naturale e istintuale di difendere i propri cuccioli - sottolinea l’etologo - Un comportamento umano siffatto sarebbe salutato come il più grande gesto di autentica generosità e non si capisce perché lo stesso comportamento debba tradursi nella stigmatizzazione di pericolosità dell’animale in questione. O Daniza era pericolosa a prescindere, per il fatto di appartenere a una specie di grossa mole, o non può diventarlo a seguito di questo episodio. Ma c’è di più: se consideriamo la forza che può mettere un orso in un comportamento di aggressione, e se paragoniamo l’esiguità delle ferite riportate dall’aggredito, non possiamo non dedurre che l’orsa non voleva affatto produrre seri danni ma solo spaventare e allontanare. Anche in questo caso - conclude Marchesini - ciò depone per un grande equilibrio comportamentale».

(Fonte: Ansa)  

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