Non abortisci il disabile? Sei immoral
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Lo twitta Richard Dawkins, ma lo pensano
anche certi governi
di Redazione | 22 Agosto 2014 ore 06:30
Il biologo inglese Richard Dawkins, l’ultradarwiniano autore di “The God Delusion”, ha scritto mercoledì scorso su Twitter che non abortire un bambino con sindrome di Down è una scelta “immorale”. “Abortisci e provaci di nuovo”, ha risposto a una donna che chiedeva che fare se il figlio che attende rivelasse quella sindrome. Immediatamente subissato da messaggi di protesta, Dawkins ha specificato che in caso di autismo l’aborto non sarebbe opportuno, perché gli autistici possono dare “un grande contributo al mondo, in quanto alcune loro facoltà sono superiori alla norma. Non è così per chi è affetto da sindrome di Down”. La sua tesi spaventosamente utilitarista assomiglia molto alla logica di decimazione nei lager: quelli troppo vecchi e deboli subito alle camere a gas, gli altri risparmiati finché possono servire. Non c’è male per un paladino dei Lumi. Nella sua brutalità, Dawkins si fa beffe della stessa posizione pro choice: qui non c’è scelta, se non abortisci sei semplicemente immorale.
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C’è da notare che si trova in ottima compagnia. Nel 2004 la Danimarca ha reso gratuiti i test prenatali per individuare la sindrome di Down, al fine di rendere il paese “Down free” nel giro di venticinque anni. Mentre in Francia il Consiglio superiore per l’audiovisivo ha bloccato lo spot per la giornata internazionale delle persone con sindrome di Down. “Dear future mom”, prodotto in Italia, mostra una donna che aspetta un figlio con quella sindrome, fiduciosa nel fatto che egli potrà avere una buona vita. Motivo della censura? E’ sconveniente “disturbare le coscienze delle donne che nel rispetto della legge hanno fatto scelte diverse”.
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