Hamas si sente tradita dai mediatori egiziani
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Finita la tregua, ricomincia la pioggia di razzi su Israele
08/08/2014 MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME La Stampa
Tregua finita nella Striscia di Gaza. Allo scadere delle 72 ore di cessate il fuoco Hamas ha ricominciato a lanciare grappoli di razzi sul Sud di Israele, puntando in particolare alle città di Ashdod, Ashkelon e Sderot. La tregua è terminata alle 8 del mattino, ora locale, e nei primi 30 minuti Hamas ha lanciato 10 razzi. E’ stata la Jihad islamica palestinese a rivendicarne la paternità: “Sono Grad, li abbiamo sparati noi” ha detto un portavoce della Forza Al Quds.
Dal Cairo, il membro dell’ufficio politico di Hamas Mussa Abu Marzuk spiega che “Israele ha rifiutato le nostre offerte” e dunque “abbiamo ripreso la resistenza armata per ottenere la fine del blocco della Striscia”. Il premier Benjamin Netanyahu ordina all’esercito di “rispondere con forza” ai razzi con cui Hamas ha cancellato la tregua. I primi raid aerei sono avvenuti nel Nord della Striscia.
A Gaza i civili fuggono dalle case nel timore della ripresa massiccia dei bombardamenti. Riaprono i rifugi nel Sud di Israele. “Non modificate le precauzioni di sicurezza adottate nell’ultimo mese” chiede ai cittadini il sindaco di Sderot.
Hamas si sente tradita dai mediatori egiziani perché al Cairo non hanno sostenuto le richieste di aprire un porto, un aeroporto o un corridoio terrestre fra Gaza e Cisgiordania. Dentro Gaza, Hamas annuncia l’esecuzione di un portavoce: “Spiava per l’Egitto”. Fonti libanesi da Beirut affermano che nel corso dell’ultima notte qualcosa stava maturando: “Israele e Hamas stanno negoziando lo scambio di salme di combattenti morti a Gaza”. Molti ufficiali israeliani fanno trapelare sui media locali di essere scontenti per l’avvenuto ritiro “dovevamo terminare l’opera”. Il ministro israeliano dell’Economia Naftali Bennett, preme su Netanyahu: “Ritiriamo subito la delegazione dai negoziati indiretti in corso del Cairo, l’operazione Protective Edge continua”.