“Esodo”. Ebrei in fuga dall’Europa. Serie di attentati

 in Germania. Newsweek: “Come nei pogrom della Russia

zarista”. In Olanda un’altra manifestazione dello Stato islamico

di Giulio Meotti | 01 Agosto 2014 ore 06:09

 “La folla che ulula vendetta, le bombe contro le mura della sinagoga. Sembrava una scena dall’Europa degli anni Trenta, tranne che era la Parigi orientale nella notte del 13 luglio 2014”. Si apre così l’articolo-copertina del settimanale americano Newsweek. Si intitola “Exodus”, l’esodo, parla dell’antisemitismo europeo nei giorni della guerra di Gaza.

Ieri Israele ha chiamato altri sedicimila riservisti, segno che il governo Netanyahu vuole spingere fino in fondo la campagna militare per disarmare Hamas. Intanto da Teheran arrivavano inviti del regime a trasformare lo stato ebraico in un “inferno”. 

Settant’anni dopo la Shoah, un odio mai visto prima scorre in tutta Europa, “da Amiens ad Atene”. “Manifesti hanno pubblicizzato i raid contro le sinagoghe, come nei pogrom della Russia zarista”, scrive Newsweek. La rivista sciorina dati da paura. Il trenta per cento degli ebrei europei sta pensando di emigrare in Israele o negli Stati Uniti, immune finora dall’ondata di antisemitismo. Il settantasei per cento dice che l’odio antiebraico è drammaticamente aumentato negli ultimi cinque anni. Il Congresso ebraico europeo ha realizzato un sito web (sacc.eu) in caso si subiscano violenze.

Nel Regno Unito, dove 45 mila persone hanno manifestato a Londra al grido di “Free Palestine”, è stato segnalato un numero di denunce di atti di antisemitismo doppio rispetto al normale. Due giorni fa in Germania è stata attaccata con bombe incendiarie la sinagoga di Wuppertal nella Renania settentrionale-Vestfalia. “Questo è il momento più preoccupante che abbiamo vissuto dal 1945 – ha detto Charlotte Knobloch, già presidente del Consiglio centrale degli ebrei di Germania – Riceviamo in continuazione insulti e testimonianze di odio, e ancora una volta le sinagoghe bruciano. E’ tempo di chiederci cosa dobbiamo fare per proteggere i cittadini di religione ebraica”. Il presidente del Consiglio, Dieter Graumann, ha denunciato in una lettera aperta che “non mi sarei mai immaginato nella mia vita che avrei potuto di nuovo assistere a una caccia agli ebrei in Germania”.

Kai Diekmann, direttore della Bild, ha fatto appello a tutti i tedeschi perché si facciano sentire contro l’antisemitismo. “Chi sono i nuovi antisemiti”, recita una inchiesta del tabloid tedesco. Nelle strade di Berlino gli ebrei vengono perseguitati come nel 1938, denuncia Yakov Hadas-Handelsman in un articolo sulla Berliner Zeitung. “Se si va avanti così c’è il rischio che si versi del sangue innocente: la libertà di opinione viene abusata da islamisti, estremisti di destra e sinistra per importare in Germania una cultura di odio e violenza, è ora di agire”, ha proseguito il diplomatico israeliano.

A Essen sono state fermate quattordici persone che pianificavano un attacco contro la Vecchia sinagoga. Un rabbino di Francoforte è stato minacciato di morte da un giovane arabo che ha promesso di “uccidere trenta ebrei” se la sua famiglia a Gaza fosse stata colpita. Dall’America Jewish Committee arriva la denuncia di Stephen Kramer: “In Europa la minoranza ebraica non è più al sicuro”. Come riporta il Joods Actueel, in Belgio una serie di negozi ha annunciato che non avrebbe più venduto agli ebrei come segno di protesta per Gaza.

“Stiamo assistendo alla fine”

In Olanda, due manifestazioni in un mese sono state organizzate da sostenitori dello Stato islamico dell’Iraq. Sventolavano le bandiere nere oggi issate in un terzo del territorio iracheno e si gridava Maut al Yahud: “Morte agli ebrei”. Il Centro Simon Wiesenthal aveva chiesto al sindaco dell’Aia, Jozias van Aartsen, di vietare questo tipo di eventi in una città “simbolo della pace e della giustizia” (sede della Corte penale). Ma il primo cittadino le ha garantite in nome della libertà di espressione.

Dalla Francia è un flusso continuo di partenze per Tel Aviv. Nel 2013, un anno dopo la strage alla scuola ebraica di Tolosa, hanno lasciato la patria dei Lumi 3.289 ebrei. Quest’anno sono attesi in Israele seimila ebrei francesi. Il capo dell’Agenzia ebraica, Natan Sharanksy, due giorni fa ha detto: “Il livello di preoccupazione per la sicurezza in Europa supera quello registrato in Asia o in America latina. E’ difficile immaginare che in Francia, in Belgio e in molti altri paesi agli ebrei venga detto di non uscire per le strade indossando una kippah. Stiamo assistendo all’inizio della fine della storia ebraica in Europa”.

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