L'asso nella manica di Napolitano:

potrebbe sciogliere solo il senato

di Sergio Soave, Italia Oggi, 28.7.2014

La denuncia del «colpo di stato» da parte delle opposizioni, che poi «marciano» sul Quirinale è solo un'esibizione tra il folcloristico e il furbesco di formazioni che hanno scelto (forse con l'eccezione della Lega o almeno di Roberto Calderoli) la caciara per evitare un confronto politico impegnativo. Naturalmente, mentre le sceneggiate di piazza non hanno alcun effetto, in realtà nemmeno propagandistico, le manovre parlamentari potrebbero ottenere l'esito sperato di bloccare le riforme e di rendere necessario un nuovo ricorso alle urne. C'è però un'alternativa che non è stata considerata, ma che resta nel carniere delle possibilità costituzionali di cui può disporre Giorgio Napolitano, nella sua battaglia ormai esplicita per ottenere un risultato positivo nella contesa per la riforma del sistema elettorale della camera e per l'abolizione del bicameralismo ripetitivo. Si tratta della facoltà, che la Costituzione prevede esplicitamente, di sciogliere una sola camera, in questo caso il senato, se lì si arenasse il percorso riformatore. In quel caso, se non si sciogliessero ambedue le camere, si voterebbe per il senato col vecchio sistema, che questa volta però potrebbe assicurare al Partito democratico la maggioranza assoluta, perché stando ai dati delle Europee, in nessuna regione il Movimento 5 stelle otterrebbe il premio di maggioranza e il centrodestra se si presenta diviso non riuscirà a confermare la maggioranza nelle regioni in cui l'ha ottenuta nelle ultime consultazioni. Invece con il sistema elettorale inventato dalla Consulta per la camera, che è in sostanza un proporzionale puro, sarebbe difficile che in quel ramo del parlamento si determini una maggioranza chiara, che invece sarebbe garantita nel caso in cui si adottasse la nuova legge concordata tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Messo alle strette Napolitano potrebbe sciogliere solo il senato, il che consentirebbe di avere una maggioranza del Partito democratico in ambedue le camere per il tempo necessario ad approvare le riforme, dopo di che si rinnoverebbe anche la camera e il senato diventerebbe un organismo eletto dai consigli regionali. Proprio il fatto che siano al Quirinale le chiavi della soluzione del possibile nuovo blocco politico cui puntano i promotori dell'ostruzionismo dall'opposizione o del sabotaggio parlamentare all'interno della composita maggioranza riformista, spiega ma non giustifica la campagna di aggressione che si è scatenata contro Napolitano, soprattutto da parte di Beppe Grillo, improvvisatosi ultimo difensore della Costituzione nella più riuscita delle sue gag da comico.

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