Non può morire qualche israeliano in più?

Manifestazioni antisraeliane in tutte le città

d’Europa, assalti alle sinagoghe, interrogazioni parlamentari, titoli e immagini in prima pagina su giornali e telegiornali, appelli radio a sparare ai sionisti. Ormai è chiaro che all’opinione pubblica non interessa se un tank israeliano si ferma di fronte a un terrorista di Hamas con in braccio i suoi figli. Non gli interessano i video dei piloti israeliani che abortiscono una missione se sotto hanno dei civili (il generale inglese Kemp ha detto che nessuno al mondo ha standard etici così elevati in guerra come Israele). Non vuole sentir parlare di missili stipati nelle scuole con la bandiera dell'Onu. Non interessa sapere il numero di missili lanciati da Hamas, chi li paga, chi paga il cemento usato per i tunnel della morte, le ong subdole, la doppia morale, l’odio antisemita, l’islam politico. Per il mondo, Israele è il capro espiatorio. Gli ebrei sono semplicemente ingiusti. Non puoi placare questa follia. E’ come un virus. Ed è un virus che ha contagiato anche giornalisti che pretendono di essere terzi. Allora mi viene un dubbio: non è che il mondo si sentirebbe meglio se un po’ di israeliani in più si lasciassero uccidere, giusto per pareggiare i conti? Siamo sempre al vecchio mercante di Venezia di Shakespeare, Shylock che chiede “una libbra della vostra bella carne da tagliarsi e da prendersi in quella parte del vostro corpo che a me piacerà”.

FQ. di Giulio Meotti | 25 Luglio 2014 ore 15:20

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