L'infantilismo dei M5S scodinzolanti

per Renzi. Dopo le europee, il M5S è in preda

a convulsioni comprensibili soltanto in un movimento estraneo a esperienze politiche, in un non-partito. Si sono visti fenomeni di ogni tipo: accuse di brogli, dolore per i risultati (più del 20%!), aperture a trattare di tutto, su tutto, per tutto, ultimatum nervosi e insultanti. Va bene che fra i grillini uno vale uno, ma l'impressione fornita è di un'anarchia totale. Non parliamo di strategia, completamente assente. La stessa tattica cambia da parlamentare a parlamentare, tacendo dei conflitti emergenti nel comportamento dello stesso Beppe Grillo. È divenuto un problema perfino la venuta stanziale di Casaleggio a Roma: prenderà casa o andrà in una pensioncina?

L'incontro odierno è stato glorificato come fosse la firma del patto d'acciaio. I grillini hanno assegnato alla cosiddetta trattativa una funzione mirabolante: ritengono di riuscire a scalzare Silvio Berlusconi dalla posizione raggiunta mercé il patto del Nazareno. Si sono rimangiate le originarie proposte, pur di trovare attenta considerazione nella controparte. Certo, l'hanno avuta. Matteo Renzi è stato felicissimo di conceder loro un po' di metaforiche pacche sulle spalle, perfino firmando un messaggio ai pentastellati con i nomi propri senza cognomi.

Disporre di una potenziale riserva di dialogo, non tanto per le riforme istituzionali quanto per la legge elettorale, è sempre utile per il presidente del consiglio. Intanto, però, non ha alcuna intenzione di attuare modifiche che intacchino l'intesa con B. L'ha detto, l'ha fatto ripetere dall'alter ego Boschi, perfino con elogi verso il Cav. Alla fine, dal vertice Pd-M5S sortirà solo fuffa, sia pure con tanta gioia per i grillini istituzionali guidati da Luigi Di Maio.

Italia Oggi di Marco Bertoncini 17.7.2104 

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