Civati: «Dentro il PdR difficile restare»

Pippo: «No al ''Partito di Renzi''. Matteo

mi sembra Berlusconi e Craxi».

MINORANZA DEM

Dissidente fin quando l'egemonia del segretario sarà sopportabile. Pippo Civati ha spiegato la sua complicata situazione da separato in casa dentro il Partito democratico: «Se il Pd diventa il PdR, il partito di Renzi, del capo, del leader, sarà difficile restarci dentro. Ma fino a quel momento continueremo a combattere all'interno».

Lo ha raccontato in un'intervista a l'Espresso, diffusa il 10 luglio.

«BISOGNA FARSI SPAZIO». Presentando l'associazione 'Possibile', ha sottolineato: «Bisogna conquistarsi uno spazio. Quello che non capiscono i turchi, i bersaniani: pensano che prima o poi nel partito toccherà a loro, non vedono che Renzi farà da sé il prima e il poi. Il mio obiettivo è costruire un centrosinistra nettamente delimitato, alternativo ad Alfano, per esempio, con un gruppo dirigente che abbia una visione».

«DINAMICO E SPREGIUDICATO». Secondo Civati «Renzi ha preso un grande voto popolare, è arrivato quando non c'erano più destra e sinistra» ed è «simile in questo al Berlusconi del 1994, al Grillo del 2013, soprattutto a Craxi. Sia chiaro: non mi riferisco al Craxi dei primi Anni 90, travolto dalle inchieste di Mani Pulite. Penso al Craxi giovane, dinamico, spregiudicato, alla sua idea di politica: la ricerca di un potere che si deve conquistare e poi si deve saper mantenere».

«NEL 40% CI SIAMO ANCHE NOI». L'ampio consenso non è sufficiente: «Vorrei ricordare che in quel 40% ci sono anche tante cose nostre. Il risultato delle elezioni dimostra che ci sono anche i nostri rappresentanti in quella cifra. Come noi riconosciamo la leadership di Renzi, bisogna riconoscere anche che c'è qualcuno con delle opinioni diverse», ha raccontato in un'altra intervista, a Sferapubblica.it.

Riforme: Civati, è tutto 'renzicentrico', scelto lo scontro

«LA RETORICA DEL 'FRENARE' È FALSA». «Renzi ha scelto lo scontro, ha voluto individuare i 'nemici del popolo'. In verità sul Senato chiedevamo di migliorare il testo da cui eravamo partiti. Volevamo che cambiasse con una proposta seria. Mentre così non è stato abolito, ma solo svuotato. I senatori stanno facendo una battaglia politica che non frena niente anche perché con la sostituzione di Mineo non abbiamo più rappresentanti in commissione. La retorica del 'frenare' è falsa».

«ORMAI È TUTTO RENZICENTRICO». Insomma «c'è bisogno di un leader di partito che si confronti, senza che ci sia un ricatto costante o un accordo più o meno segreto con Berlusconi. Questo mortifica chi esprime le proprie opinioni da sempre. Ma ormai è tutto renzicentrico».

Giovedì, 10 Luglio 2014

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