Lettere al Direttore de IL FOGLIO

Rottamatori (pur biancovestiti) indifferenti

al califfato incombente

1-Al direttore - Prandelli, un campione del passato: Cretinho Pernambucano.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - Ho letto con interesse l’intervista di Salvatore Merlo a Oberdan Forlenza sul Foglio di ieri. Il segretario generale del Consiglio di Stato è un alto burocrate molto colto, molto orgoglioso della casta che rappresenta e della funzione che esercita. Alcune sue affermazioni, sia chiaro, non fanno una piega. Ma è il loro senso generale che lascia perplessi: una sorta di “L’Etat, c’est moi”, o – se si preferisce – di “Après moi, le déluge”. Ora, poiché l’inquilino di Palazzo Spada sostiene le sue tesi con un florilegio di dotte citazioni, sia consentito anche a me di farne una: chi – dice l’Amleto di Shakespeare – se non fosse per la paura di un Aldilà sconosciuto, sopporterebbe “the law’s delay e the insolence of office” (i ritardi della legge e l’arroganza dei pubblici ufficiali)?

Michele Magno

3-Al direttore - Nella sua prefazione alla “Vita di Maometto” di Muhammad Ibn Garir al Tabari, Sergio Noja, un esperto dell’islamismo, scrisse: “L’islam è nel cuore e nella pratica dei suoi fedeli, vivo e vitale, pieno di zelo missionario talvolta aggressivo, in piena ripresa culturale e sociale. Non bisogna vederlo come un fenomeno esaurito e da manuale storico. Continuerà a esistere con noi e, in tempi di tanto ecumenismo (solo da parte cristiana), sarà bene aggiungere anche contro di noi. Io dico: poco male, purché lo si sappia”. C’è chi sa e chi non lo sa o non vuol sapere. Purtroppo.

Gianni Del Zoppo

4-Al direttore - Dopo aver letto l’editoriale sul califfato incombente, mi fa ancora più impressione la distanza abissale che l’occidente vive tra ciò che è serio e drammatico e ciò che costituisce un gioco intellettuale sui presunti “diritti”. Così, mentre i nostri paesi sono invasi “pacificamente” per ora con l’illimitata immigrazione e sono minacciati, tra breve, anche di una invasione armata e comunque violenta, l’occidente si balocca su tematiche dettate da una innaturale cultura Lgbt, che è il segno più evidente di una decadenza morale, che di solito precede una invasione militare (la storia di Roma docet). Quel che più mi turba è l’indifferenza in cui tutto ciò avviene: indifferenza che ha contagiato ora anche il giovane Rottamatore, che si lascia affascinare dal conformismo collettivo vigente. 

Giuseppe Zola

Bè, per dirla tutta e con il massimo rispetto, di rottamatori indifferenti ce n’è più d’uno, anche vestiti di bianco.

5-Al direttore - La stessa trasparenza che giustamente il Foglio chiede per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione dovrebbe finalmente affermarsi sul tema delle regole dell’Ue. Stiamo assistendo a una serie di dichiarazioni, in Italia e nell’Ue, che suonano così: vanno ammorbidite le regole di bilancio; bisogna escludere dal calcolo del disavanzo i costi legati alle riforme; non vogliamo cambiare le regole, ma vogliamo più flessibilità, più elasticità nell’applicazione (Padoan). Quasi tutti escludono l’introduzione della “golden rule”. Allora, così stando le cose, restano gli investimenti a carico del bilancio dell’Unione, gli eurobond, un’applicazione del Fiscal compact che consideri anche i fattori rilevanti (debito privato, sostenibilità previdenziale, etc.). Non è affatto molto, ma si può sapere, finalmente, a cosa ci si riferisce con la parola magica della flessibilità? Solo a dilazioni temporali? O è il caso che ricorda la famosa virgola della Sibilla cumana, buona a qualsiasi interpretazione? Il rispetto dei cittadini-elettori vorrebbe che si parlasse con estrema chiarezza. Non sono proprio necessari tatticismi negoziali. Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

6-Al direttore - Per essere credibile, in Italia e in Europa, la riforma della riforma del Titolo V della Costituzione dovrà prevedere una clausola di supremazia in favore dello stato nazionale. Lo rilevava assai bene Michele Ainis sul Corriere della Sera di ieri. Se, invece, energia, ambiente, scuola, trasporti, commercio estero continueranno a far capo a una potestà legislativa concorrente regionale, spesa pubblica e tasse locali correranno sempre di più: al galoppo e non al trotto.

Luigi Compagna

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