La P.a., apre le porte ai giovani

Sarà il 31 ottobre 2014 la data fatidica

che segnerà la fine degli attuali trattenimenti in servizio nella p.a. Con una sola eccezione: i giudici. Per salvaguardare la funzionalità degli uffici, i magistrati (ordinari, amministrativi e contabili) titolari di funzioni direttive o semidirettive e che hanno deciso di restare al lavoro oltre la pensione potranno attendere il 31 dicembre 2015 per fare le valigie e lasciare gli uffici. Mentre i prolungamenti dei rapporti di lavoro, decisi dalle p.a. ma non ancora efficaci, saranno revocati. Il decreto legge con le misure urgenti in materia di pubblico impiego inizia proprio dalle misure per garantire l’auspicato ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni. L’obiettivo è liberare 15.000 posti di lavoro per favorire nuove assunzioni (anche se secondo i sindacati potrebbero essere molte meno) non solo nelle amministrazioni centrali e locali, ma anche nelle autorità indipendenti, nelle università e nella sanità (anche i docenti degli atenei e i dirigenti medici non potranno restare al lavoro oltre i limiti della pensione).

L’altra grande via d’accesso alla p.a. sarà garantita dall’alleggerimento del turn over sia nelle p.a. centrali che negli enti locali. Le prime potranno procedere ad assunzioni a tempo indeterminato a condizione che la spese non superino per quest’anno il 20% di quelle relative alle cessazioni del 2013. Dal 2015 l’asticella assunzionale si alzerà progressivamente: 40%, 60% nel 2016, 80% nel 2017, 100% nel 2018. Andrà nettamente meglio agli enti locali  che già da quest’anno potranno tornare ad assumere entro il limite del 60% delle spese per il personale fuoriuscito nel 2013. La soglia non cambierà nel 2015 e si alzerà all’80% per il biennio 2016-2017 fino ad arrivare al 100% nel 2018.

I sindacati, come previsto, pagano dazio incassando il dimezzamento del monte ore dei permessi. E proseguono sulla linea dura. Secondo il leader della Uil, Luigi Angeletti, la riforma del premier Matteo Renzi e del ministro della funzione pubblica Marianna Madia, altro non è che uno spot elettorale che affronta aspetti marginali. «Tra qualche mese tutti i cittadini si accorgeranno che nulla è cambiato», scommette Angeletti, «perché la p.a. non funziona bene in quanto comandata da politici e burocrati». Pronta la replica del sottosegretario Angelo Rughetti. «Il sindacato deve decidere da che parte stare: o con il governo, con le riforme, per tentare di cambiare radicalmente questo paese, eliminando privilegi e sacche di inefficienza; oppure dall’altra parte del campo, nella conservazione, a difendere un interesse di parte».

Di Francesco Cerisano, Italia Oggi, 16.6.2014

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