Manuale di conversazione LA NUTELLA

Come fare bella figura in salotto senza sapere quel che si dice

È uno dei prodotti più amati da sempre. Praticamente un'icona del made in Italy. Presente nell'infanzia di milioni di italiani dai primi anni Sessanta, è più un'istituzione che un prodotto. Che la amiate o la temiate, non fatevi mancare di dire cosa pensate della Nutella.

LA NUTELLA

- È una fede: non si discute.

- Più che una crema al cacao è un concentrato mitopoietico: ricordare la sua presenza nell’immaginario di grandi e piccini e in molti prodotti artistici: canzoni, film, fumetti ecc.

- Avere la casa di campagna invasa dai bicchieri della Nutella con travolgenti decorazioni a girasoli che vi si sono accumulati dagli anni ’60. Dolersene.

- Chi non la ama è potenzialmente pericoloso. Diffidarne.

- Un prodotto geniale. Sproloquiare su altri successi della medesima azienda, come gli ovetti Kinder. Apprezzare la creatività della loro comunicazione: tuttora ineguagliati i Coccodritti e gli Squalibabà. Meno felici gli Happypotami.

- Fantasticare sulla sua ricetta, il cui segreto è custodito ad Alba in un caveau più impenetrabile di quello della Coca-Cola ad Atlanta.

- Elencare i patetici succedanei che negli anni hanno vanamente tentato di insidiarne il primato. Gareggiare con gli amici a chi ne ricorda di più, quindi stracciare tutti citando l’introvabile ErgoSpalma della Plasmon.

- Dire di conoscere una cioccolateria di Torino che ne produce una versione talmente epicurea che dovrebbe essere illegale. Più la cioccolateria è esoterica, maggiore è l’effetto. Peyrano: non più citabile, massificato.

- In mancanza di un momento fondativo della nazione, insieme alla nazionale di calcio è l’altro vero valore unificante dell’identità italiana. Dissertare a braccio sul tema.

- Non comprarla mai, perché altrimenti la si apre e una volta aperta si va in fondo. Deplorarlo.

- Il barattolo da cinque chili è un’arma di distruzione di massa. Stigmatizzare.

- È un sostituto chimico della mamma. Conforta, ma ostacola l’emancipazione.

- “Se la cioccolata svizzera è di destra, la Nutella è ancora di sinistra.” (Giorgio Gaber, “Destra-sinistra”)

- Deprecare il tentativo di appropriarsene da parte di un’area politica, a seguito della sua apparizione in “Bianca” di Nanni Moretti. Ribadire la sua natura intrinsecamente ecumenica.

- Stilare la lista delle occasioni di consumo. Su fettona di pane casareccio: archetipica; nel cornetto: viziosa; sulla piadina: ossessivo-compulsiva; nelle crêpes: manierista; in purezza: mistica.

- Fare notare che non è una crema al cioccolato tout court, bensì al gianduia, lascia intendere una propensione all’approfondimento. Citare la nocciola tonda gentile delle Langhe consente di surclassare ogni altro commento.

- Per celebrarne i cinquant’anni, le Poste Italiane le hanno dedicato un francobollo. Dire che per l’occasione è stato reintrodotto il vecchio sistema a leccata, ma con la colla aromatizzata al gianduia.

- Ricordare che Athena Hohenberg, una consumatrice americana madre di un bambino di quattro anni, ha sporto denuncia perché è rimasta “choccata dal sapere che la Nutella non fosse un cibo salutistico e nutriente, ma piuttosto la cosa più vicina a una barretta di cioccolato”. Chiedersi cosa pensava che fosse? Di seguito sostenere che gli americani sono un popolo pronto per una dittatura.

- Affermare con piglio sociologico che parte del suo fascino consiste nell’aura di proibito che da sempre la circonda: un po’ come i libri condannati per oscenità, guidare l’auto prima di avere la patente, frequentare i ragazzi che non piacevano alla mamma, fumare di nascosto nei bagni della scuola. Seguitare l’elenco ad libitum.

- Dire che oggi si vendono 250 mila tonnellate di Nutella in 75 paesi del mondo. Ipotizzare un algoritmo capace di determinare il numero di brufoli generati ogni anno.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

di Andrea Ballarini

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