Vi racconto io il vero ruolo di Fini e Terzi nel "golpe"

 ai danni del Cavaliere, sull'asse Roma-Washington...

Da IlPortaborse, 14 maggio 2014, 13:44, In News

Parlando di trame internazionali, sento il dovere di aggiungere a questi scandali il mio personale contributo di portaborse. Con il "complotto" antiberlusconiano è  stata lesa la sovranità nazionale? Ma su, ma via, non esageriamo. Anche qualcuno dei nostri potrebbe averci messo del suo, mica solo gli eurocrati col calzino bianco, via... Cosi tiro fuori i miei taccuini logori e ingialliti e mi tornano alla mente delle cose. La battaglia per la scelta del nostro ambasciatore a Washington, ad esempio. Dobbiamo tornare al 2009, quando fu scelto Giulio Terzi di Santagata per ricoprire il ruolo più' importante che possa esprimere la nostra diplomazia: Ambasciatore d'Italia a Washington, diretta emanazione del Governo presso la Casa Bianca. Gianfranco Fini ai tempi era un potente pezzo della maggioranza di governo, Presidente della Camera, delfino dichiarato del Cavaliere. Terzi aveva stretto un solido rapporto con Fini quando lo aveva "introdotto", dopo una non semplice operazione di smacchiatura del fascista, negli ambienti israeliani, grazie al suo ruolo di ambasciatore, favorendo la famosa visita dell'abiura, quella del "fascismo, male assoluto".

Anche grazie al sostegno di Fini, ma non solo (gli Usa gli fecero anche la radiografia della mutanda), Giulio Terzi di Sant'Agata approdò a Washington.

Fini voleva e ottenne negli Usa un suo fidatissimo, chissà perchè: per tramare in via parallela contro il suo capo Berlusconi, si penserà in seguito. Terzi parti dunque per Washington con tutti gli onori (si, è lo stesso Terzi che poi sarà ministro nel governo Monti, guarda un po' i casi della vita). In molti, da ambienti vicini all' ambasciatore, raccontavano ai tempi di attività parallele dello stesso Terzi, una ufficiale con Roma ed una ufficiosa e anti Cavaliere con le autorità americane. Ricordo consiglieri in lacrime che ascoltarono telefonate che lasciavano poco spazio all'immaginazione. Diciamo che, anche a non voler sposare la tesi del complotto internazionale, i termini con cui l'Ambasciatore Terzi di Sant'Agata, oggi candidato alle Europee con Fratelli d'Italia, parlava del suo governo erano quantomeno inopportuni.

In effetti, il fatto che Terzi sia stato poi premiato con una poltrona da ministro, dopo la caduta del Puzzone, parrebbe confermare questa ipotesi, piuttosto che smentirla. Come il fatto che sia finito nel dimenticatoio insieme con il suo illustre protettore. Si spiegherebbero cosi' anche incredibili apparentamenti elettorali che hanno visto nella stessa lista fenomeni come Fini "se la corrente elettrica è veramente forte"" in lista accanto a Pietro Ichino "faremo piu rosse le nostre bandiere col sangue di voi camicie nere". I tasselli messi assieme cominciano a prendere forma. Finiani e Montezemoliani tramavano assieme per la caduta del governo Berlusconi?

Antichissimo era anche il rapporto tra Luca Cordero di Montezemolo e l'allora Ambasciatore Americano a Roma, David Thorne. Amici fraterni, fin da bambini, fin dai tempi delle vacanze al mare con gli Agnelli, Thorne fece le scuole elementari a Roma. Vi siete mai chiesti perché questo riccone tanto tanto carino con la Ferrari abbia messo i suoi potenti mezzi, nella forma del suo Think Tank, la prode Italia Futura, a disposizione di Fini e Monti?

La potente macchina di Italia Futura si mise a disposizione del camerata Fini, il legame sotterraneo con gli Stati Uniti garantito dal doppio filo da una parte del prode Terzi, Ambasciatore a Washington, e dall'altra dal rapporto di amicizia fraterna, fatta di vacanze a Capri yacht e spruzzi d'acqua, di Luca Cordero con l'Ambasciatore Americano a Roma, Davide Thorne. Ripartito Thorne per gli States, ri scomparso Luchino dalla scena politica.

Che poi Mario Monti abbia fatto flop e sia scappato con la palla, è tutta un'altra storia...

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